Segnalibro – Memoria,
una generazione “nel mezzo”
Domenica scorsa, durante una conversazione online sul suo ultimo libro, un gruppo di neonazisti e antisemiti infiltratosi con false credenziali ha interrotto la riunione con slogan e orrendi epiteti. Un episodio che ha fatto clamore, suscitando preoccupazione e una vasta eco in tutto il Paese.
Ieri, presentando nuovamente La generazione del deserto, ospite del Centro di Cultura della Comunità Ebraica di Roma, della Fondazione Museo della Shoah e della libreria Kiryat Sefer nell’ambito degli eventi del “Salotto letterario”, Lia Tagliacozzo è potuta tornare con maggiore serenità sugli importanti temi che il suo libro tocca. In particolare sulla condizione dei nati “dopo”, che pur senza aver vissuto personalmente quei tragici fatti sono comunque destinati a restare “nel mezzo”. Un tema sul quale si è confrontata con lo storico Amedeo Osti Guerrazzi.
Impossibile però prescindere da quanto accaduto appena pochi giorni fa. All’autrice sono arrivati in apertura gli attestati di solidarietà della direttrice del Centro di Cultura Miriam Haiun e quindi di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, e Mario Venezia, il presidente della Fondazione Museo della Shoah.
Dureghello, nel suo intervento, si è soffermata sul proliferare di episodi di violenza e antisemitismo che sembrano “esponenziali”, sottolineando come “stia a noi dare le risposte, e la maniera migliore è non nasconderci, non vergognarci”. L’impegno deve essere pertanto quello di “far conoscere la storia affinché non si riproponga”. Una sfida non semplice, in una società che appare sempre più incattivita. C’è però, ha ricordato Dureghello, “anche tanta società civile sensibile, che ha interesse, è motivata”.
Venezia ha poi parlato del tema dei silenzi, centrale nel libro ma anche nella sua esperienza di figlio di un sopravvissuto. “Erano silenzi generosi, che avevano l’obiettivo di tutelarci” ha affermato ricordando l’indimenticabile padre Shlomo. Un impegno, quello per la Memoria viva, che prosegue anche al tempo del Covid. Venezia ha fatto l’esempio dei progetti di alternanza scuola/lavoro, che vanno avanti con successo anche in remoto. E inoltre di un progetto di formazione per docenti di storia che ha avuto un boom di richieste, con molti insegnanti oggi in lista d’attesa.
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(14 gennaio 2021)