Conte in cerca di sostegno
per continuare a governare

Lunedì il voto di fiducia alla Camera, martedì al Senato. Il Presidente del Consiglio Conte è salito al Colle dal Capo dello Stato Mattarella e non ha rassegnato le dimissioni, ma ha ribadito la volontà di cercare in Parlamento, a inizio della prossima settimana, i numeri per continuare a governare. Senza il sostegno di Italia Viva. Questa scommessa politica di Conte è inevitabilmente l’apertura di tutti i quotidiani di oggi, tra retroscena e possibili evoluzioni della crisi di governo. Per convincere i parlamentari in forse, il Premier, scrive il Corriere, promette a quelli che definisce “i costruttori” “un grande progetto politico, europeista, liberale e ambientalista, in contrasto totale con le idee sovraniste di Salvini e Meloni”.

Le leggi razziste e i risarcimenti. Per il momento la Corte dei Conti di Torino ha sospeso il provvedimento contro gli eredi di Messauda Fadlun, nata nel 1928 a Bengasi e scomparsa nel 2018, che nel 1982 era stata riconosciuta dallo Stato italiano come “perseguitata razziale” e dal 2007 riceveva un assegno di benemerenza. “È arrivata una ingiunzione di pagamento a mio padre, 99 anni di età, per la restituzione di quella cifra. Lo Stato italiano sostiene la cittadinanza italiana dei residenti nelle colonie, in questo caso in Libia, non fosse di rango sufficiente per ottenere quel beneficio. Come se gli italiani delle colonie fossero dei cittadini con ‘meno diritti di cittadinanza’”, spiega al Mattino Ariel Finzi, rabbino capo della comunità ebraica di Napoli e figlio di Messauda Fadlun. “La vera ferita – aggiunge – è vedere uno Stato chiedere soldi in questo modo a un anziano. Che Paese è uno che aggredisce moralmente una persona anziana?”. Ultima possibilità per risolvere la situazione, conclude, è “di rivolgermi al Presidente Sergio Mattarella” (Corriere Torino).

Trump e la strada verso l’impeachment. Il 20 gennaio ci sarà l’insediamento del nuovo Presidente Usa Joe Biden, ma a tenere banco è la possibile messa in stato d’accusa di Donald Trump. I repubblicani, scrive la Stampa, fanno la conta interna e sono tentati di scaricarlo, in particolare l’attuale leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell. Attraverso l’impeachment, McConnell potrebbe liberarsi di Trump e lavorare a riformare il partito repubblicano. Il 60% degli elettori però, evidenzia il quotidiano torinese, è ancora dalla parte del Presidente uscente. Quest’ultimo è descritto dal Corriere come “solo, furioso e allarmato”. Intanto per evitare nuovi assalti e scontri il 20 gennaio con l’ingresso di Biden alla Casa Bianca, Washington è stata blindata, racconta Repubblica.

Vaccini, l’obiettivo israeliano. “Entro aprile vaccineremo il 70 per cento della popolazione”. Lo ha annunciato, nel corso di una videoconferenza con la stampa di tutto il mondo, il dottor Asher Salmon, capo del dipartimento di relazioni internazionali del Ministero della Salute israeliano. “Israele è in lockdown perché il contagio sta correndo, – scrive il Messaggero – ma è anche il Paese che più velocemente sta vaccinando la popolazione con i prodotti sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna. Hanno già ricevuto l’iniezione in 2 milioni (su un totale di quasi 9 milioni di abitanti), grazie a una organizzazione che si sta rivelando vincente”.

L’assessore da scaricare. Martedì prossimo il Consiglio regionale del Veneto sarà chiamato a votare una mozione di riserva nei confronti Elena Donazzan (Fratelli d’Italia), assessore all’istruzione e al lavoro che ha cantato in radio “Faccetta nera”. “Non possiamo accettare che un assessore e un rappresentante delle istituzioni affronti temi così delicati con tale leggerezza – ha detto ieri il capogruppo in Regione della Lega, Giuseppe Pan – Da piccolo ascoltavo i racconti di mio nonno, oggetto di violenze da parte delle Camicie nere” (Corriere del Veneto). In una lettera al Consiglio regionale (pubblicata sempre dal Corriere del Veneto), per difendersi la Donazzan parla di “libertà di pensiero” a rischio e di “storiografia scritta dai vincitori” che “spesso non trova le ragioni dei vinti”. Poi parla di pacificazione nazionale. Manca l’unica cosa veramente importante, una condanna chiara e inequivocabile del fascismo.

Ferrara e teatro. Mario Resca, presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, ha fatto un passo indietro, rimettendo il mandato nelle mani del sindaco Alan Fabbri. La decisione del numero uno del Teatro intitolato a Claudio Abbado, che guidava dal 2019, è stata spiegata in una nota del Consiglio di amministrazione ed è arrivata dopo l’annuncio del nuovo direttore generale, Moni Ovadia. Il Corriere Bologna spiega che le dimissioni di Resca sono legate proprio ai termini dell’incarico di Ovadia.

Segnalibro. Il Venerdì di Repubblica intervista Katharina Volckmer, il cui romanzo d’esordio è diventato un caso letterario.

Daniel Reichel