La Torah vista dal cielo

“Il paese che tu vai a conquistare non è come la terra egiziana dalla quale usciste, che si deve seminare e irrigare con la forza del piede come se fosse un orto; il paese che tu vai a conquistare è un paese di monti e di valli che viene irrigato dalla pioggia del cielo…” (Deut.11:10-11).
Analizziamo in termini agronomici il significato di questa promessa. Per somministrare alle colture l’acqua di cui abbisognano, non occorre lavorare con la vanga (“la forza del piede”) per aprire e chiudere le paratoie di terra e fango tra i vari canali e canaletti che derivano l’acqua dal grande fiume Nilo, che attraversa l’Egitto, ma basta attendere che il Signore innaffi con benefica (e tempestiva) pioggia, (senza alcuna fatica umana) i campi della Terra Promessa.
A questo punto non guasta un’analisi climatica comparata del clima di Egitto ed Israele.
L’Egitto è contornato da deserti. Da qualunque parte spiri il vento, ovest o est l’aria proviene da un deserto: il Sahara nel primo caso e il deserto arabico nel secondo caso. Raramente il vento soffia dal Nord o dal Sud. Invece la Terra Promessa ha a ovest l’intero Mar Mediterraneo. E il contrasto tra la situazione sul mare e su terraferma genera il vento occidentale (cioè proveniente dal mare e quindi ricco di vapore acqueo). Il vento infatti viene originato dalla rarefazione dell’aria che riscaldandosi si innalza verso gli strati alti dell’atmosfera: dalle zone vicine, meno riscaldate,(e quindi con aria più densa) affluisce aria a equilibrare il vuoto (in effetti è solo rarefazione, cioè minor densità della massa d’aria residua). Questo afflusso di aria è il vento. Sulla terraferma il terreno è (ovviamente) più asciutto dell’acqua del mare. Questa ovvietà ha una conseguenza benefica. Sotto l’azione irraggiante del sole, il terreno (per una nota legge fisica) si scalda di più e più rapidamente dell’acqua del mare. È noto infatti che l’acqua richiede più calore (calore specifico) per raggiungere una certa temperatura, rispetto a qualsiasi altro corpo. Di conseguenza, sotto lo stesso sole, il terreno si scalda maggiormente dell’acqua del mare. Questo fatto, questa differenza, apparentemente secondaria, è invece molto importante, perché l’aria a contatto del terreno diventa presto assai più calda dell’aria a contatto della superficie del mare e di conseguenza si generano sopra la terra correnti ascensionali più forti rispetto a quelle presenti sulla superficie del mare. E qui si genera il vantaggio promesso dalla Torah: l’innalzamento di masse d’aria più grandi sopra la terraferma rispetto a quelle sopra la superficie del mare crea un vuoto (in effetti è solo rarefazione) che viene riempito da masse d’aria più fresche che stazionano sopra la superficie del mare (vento). Questo è il meccanismo di formazione del vento occidentale. Attraendo e convogliando l’aria che sovrasta il mare verso la terraferma, su questa arriva e si spande una importante massa di vapore acqueo di origine marina. Il raffreddamento notturno del terreno e il raffreddamento per l’innalzamento della quota dell’aria in movimento verso oriente provocano entrambi la condensazione del vapore presente nell’aria proveniente dal mare che, a seconda delle stagioni e delle ore, si condensa e scende sotto forma di rugiada o di pioggia.
Il meccanismo appena spiegato può apparire macchinoso e la risultante differenza tra l’Egitto e la Terra Promessa può apparire poco credibile: ma oggi possiamo guardare entrambi i Paesi dal…cielo e trovarne la conferma. I satelliti ci permettono di farlo.
Se osserviamo l’Egitto, vediamo soltanto una stretta fascia verde che fiancheggia il corso del Nilo. Invece la Terra Promessa è verde dal Mediterraneo alla valle del Giordano. Si noti bene che il verde dell’immagine non è un colore “scelto” da chi ha “disegnato” la “carta geografica”, perché questa, malgrado l’apparenza, non è una carta geografica, bensì la conferma visiva e reale della “promessa” del Signore.

Roberto Jona, agronomo

Fotografia satellitare dell’Egitto e di Israele.

Notare quanto ristretta sia la fascia verde intorno al corso del Nilo, mentre tutta la Terra Promessa, dal mare alla Valle del Giordano è verde.
Verso la foce, il Nilo si suddivide in un ampio delta che è tutto verde: è’ la terra di Goscen dove Giuseppe suggerisce ai fratelli di chiedere di risiedere: ”Quando il Faraone vi chiamerà e vi domanderà: “ qual’è la vostra occupazione ?” dovete rispondergli: ”noi, Tuoi servi siamo sempre stati pastori di greggi dalla nostra giovinezza fino ad ora , tanto noi quanto i nostri padri”. Ditegli così affinché vi sia permesso di risiedere nel paese di Goscen, essendo i pastori di greggi abominio per gli Egiziani. (Genesi 46: 34).
La spiegazione che viene data di questo suggerimento è duplice: da un lato essendo la Terra di Goscen una regione di confine, l’attività pastorale sarebbe stata notata meno dal popolo egiziano e al tempo stesso i fratelli di Giuseppe avrebbero trovato pascoli abbondanti: oggi, guardando dal cielo, ne abbiamo visivamente la conferma.