La squadra di Biden
nel segno delle minoranze
Inizia nel segno di varie novità il mandato di Joe Biden. Il Corriere dedica oggi uno spazio importante alla sua squadra. Prezioso – si evidenzia – l’apporto delle “minoranze”, tra cui quella ebraica, che sono rappresentate in molti ministeri chiave. Di Stati Uniti si parla sui giornali anche in relazione ai futuri sviluppi in Medio Oriente. “Non tutto Trump è da buttare”, scrive Il Foglio ricordando alcune iniziative assunte dal predecessore (tra cui il trasferimento dell’ambasciata a Gerusalemme e l’opposizione all’Iran).
Secondo Il Giornale i Patti di Abramo sarebbero ora “a rischio”. Fortemente auspicata, sul Fatto Quotidiano, una svolta con Teheran sul nucleare. “Sempre che il Mossad, svolazzando qua e là, non assassini in Iran qualche presunto, molto presunto, qaedista”, si legge in un surreale intervento su questo tema.
“L’Europa deve coinvolgere e proteggere i musulmani di casa propria affinché non cadano nella rete del radicalismo, che genera a sua volta, in un circolo vizioso, un’islamofobia cieca. Per questo serve con urgenza la nascita di un Islam europeo che sia in armonia con le leggi degli Stati”.
È quanto auspica Hassen Chalghoumi, coraggioso imam francese sotto scorta per la sua lotta al fondamentalismo, in una intervista con il Venerdì.
Su Repubblica Roma un ricordo del rav Vittorio Haim Della Rocca, scomparso nelle scorse ore: “Insegnante e rabbino amatissimo, è stato intervistato sul sito di Memorie Ebraiche su cosa significhi formare generazioni di giovani. A partire da quando aveva appena 20 anni e fu Toaff ad avviarlo, affidandogli la classe della scuola ebraica più ribelle, indisciplinata e indomabile”.
Si avvicina l’appuntamento con il Giorno della Memoria. “Qualcuno ha detto che la memoria è l’eterno presente di tutto ciò che ha senso e valore. Solo rapportandoci al nostro passato possiamo costruire l’oggi”, afferma Lia Levi in una intervista con Repubblica.
Katharina Volckmer, su 7 del Corriere, porta l’attenzione sulla Germania: “Conosciamo Auschwitz ma non sapremmo dire cos’è lo Yom Kippur. Perfino quando (e se) li commemoriamo, non consideriamo gli ebrei delle vittime appartenenti al nostro popolo: li estraniamo anche nella morte”.
Su 7 appare anche un ricordo di Tullia Calabi Zevi, a dieci anni esatti dalla scomparsi. Il punto di partenza è il ’38. L’anno in cui “la famiglia Calabi si lasciava alle spalle una solidità borghese e affrontava l’ignoto”.
Sul Sole 24 Ore Walter Veltroni presenta il suo ultimo libro, dedicato a Sami Modiano: “Avrebbe tutte le ragioni, Sami, per odiare. Invece è la persona più dolce, accogliente, generosa che abbia mai incontrato”.
Sul Venerdì a parlare è Ugo Foà, 93 anni, autore dell’autobiografia Il bambino che non poteva andare a scuola. Storia della mia infanzia durante le leggi razziali in Italia.
Lia Tagliacozzo scrive, sul Manifesto, dell’aggressione subita alcuni giorni fa via Zoom: “Dopo l’attacco, intrusivo e violento, è stato importante vedere emergere il volto partecipe della società”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(22 gennaio 2021)