Il secolo di Aldo Liscia:
“Ai giovani lo ripeto sempre:
difendiamo la democrazia”
“Ho avuto una vita talmente intensa che neanche mi sono reso conto di essere arrivato a cent’anni”. Aldo Liscia ci risponde così, con schiettezza e simpatia. Livornese d’origine, trapiantato ormai da molti anni a Torino, nacque nel 1921 nella villa di famiglia. Un bel palazzo, nel quartiere di Antignano, che fece gola alle persone sbagliate: i potenti Ciano. Prima Costanzo. E poi il figlio Galeazzo. Entrambi avevano come obiettivo quello di accaparrarsi Villa Giulia (il nome della nonna di Aldo, cui era dedicata). Tutto divenne più facile con le leggi razziste, promulgate dal fascismo nel 1938. Galeazzo se ne servì per minacciare con parole inequivocabili il padre Adolfo, convocato a Lucca: “Sappiamo dove sta tuo figlio, potrebbe succedergli qualcosa”. Adolfo fu così costretto a cedere la villa a un prezzo ridicolo. Aldo nel frattempo era riparato nel sud della Francia, da dove sarebbe poi emigrato in Svizzera. Un’oasi di salvezza, ma nessuno attorno. Nel nuovo Paese, senza un soldo, riuscì comunque ad ottenere una borsa di studio che gli consentì di laurearsi in ingegneria chimica e ottenere un lavoro. Al ritorno in Italia, riabbracciati i suoi cari, la missione è soprattutto una: recuperare l’antica proprietà, espropriata dal regime con i metodi loschi che abbiamo visto. La vertenza giudiziaria va avanti per anni, ma in conclusione giustizia è fatta. Villa Giulia torna ai Liscia. “Abbiamo vinto noi”, esulta il neo centenario ricordando con commozione quel giorno. Nel frattempo Aldo era andato avanti negli studi ed era entrato a far parte del progetto di ricerca nucleare italiano. I meriti in questo campo gli varranno in seguito la prestigiosa onorificenza di Cavaliere della Repubblica, di cui è ancora oggi giustamente fiero. Ci racconta Aldo, festeggiato nelle scorse ore da molti amici da tutto il mondo che hanno preso parte a un evento online organizzato dalle Comunità ebraiche di Torino e Livorno: “Sono soddisfatto, nonostante i tanti inciampi e le sfide che l’hanno caratterizzata, il bilancio della mia vita è positivo. Una moglie, Marisa, che ho amato molto. E la gioia di figli, nipoti e pronipoti”. Senza Covid in questi giorni sarebbe nelle scuole a testimoniare. A ricordare ai ragazzi “che la democrazia sarà certo imperfetta, ma è sempre la strada maestra”.
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(Nell’immagine in alto Aldo Liscia, in basso Villa Giulia in una foto d’epoca)
(23 gennaio 2021)