Ciclisti, ebrei e donne
Chi si rivede! le donne accomunate agli ebrei come obiettivi da sterminare di un ventiduenne di Savona, che è stato arrestato due giorni fa perché sembra stesse preparando un attentato contro le donne (naturalmente femministe) e gli ebrei. Il giovane antisemita in questione è stato – sembra – individuato in seguito ad intercettazioni telefoniche quindi, a meno che non parlasse allo specchio, questo progetto non era il frutto di una follia solitaria, ma perlomeno un progetto condiviso da due o tre persone. Il giovane terrorista arrestato non era solo antisemita e della destra estrema, non solo era in possesso di armi, ma apparteneva anche a una tendenza detta Incel (da involuntary celibate) già autori di stragi di donne negli Stati Uniti, che si considerano rifiutati dalle donne, troppo emancipate, e di conseguenza le odiano. In attesa di trovare una manifestazione femminista su cui ripetere la strage di Utoya, così ha detto, il nostro terrorista ha evidentemente parlato troppo ed è quindi finito in carcere. Speriamo che ci resti.
Il nostro giovane terrorista ha avuto molti antecedenti nella storia. Fra Otto e Novecento, l’antifemminismo è stato spesso legato all’antisemitismo. L’esempio più illustre è quello del filosofo austriaco Otto Weininger, di origine ebraica ma convertito al protestantesimo, morto suicida a ventitré anni nel 1903. Ultimamente, questo nesso sembra riapparire qua e là, soprattutto nei deliri antifemministi di molti post nei social, ma non solo. Ora, sembra diventato un programma per atti di vero e proprio terrorismo. Ricordate la vecchia barzelletta degli ebrei e dei ciclisti? Io odio i ciclisti e gli ebrei, dice uno. Ma perché i ciclisti? chiede l’altro. Ma perché gli ebrei? E le donne?
Anna Foa, storica