“Gino fu un Giusto, ecco perché”

Gino Bartali è un “Giusto tra le Nazioni” dal settembre del 2013. E ciò in ragione di testimonianze e fatti accuratamente valutati dagli esperti di Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme.
A ricordarlo, in un intervento pubblicato con molta evidenza dal settimanale Sportweeek della Gazzetta dello sport, è il giornalista della redazione UCEI Adam Smulevich.
Racconta il giornalista: “Ho avuto il privilegio di conoscere una persona che al Gino nazionale deve tutto. Si chiamava Giorgio Goldenberg, al tempo delle persecuzioni era un giovane ebreo fiumano in fuga assiema alla sorellina e ai genitori. Lasciata da tempo Fiume per Firenze, quando presero il via i rastrellamenti nazifascisti, nel mare d’indifferenza che travolse numerose famiglie come la loro, i Goldenberg trovarono rifugio in un appartamento-cantina di proprietà del campione, già in rapporti con loro da alcuni anni”.
Una storia rimasta inedita per oltre 65 anni. “Fin quando cioè – prosegue Smulevich – nel dicembre del 2010 Giorgio me la raccontò in un’intervista per il mensile Pagine Ebraiche, rilanciata poi con grande evidenza dalla Gazzetta dello Sport e da altri quotidiani”. A quelle parole sarebbe poi seguita una testimonianza firmata di proprio pugno allo Yad Vashem.
Una svolta importante ai fini del riconoscimento.

(25 gennaio 2021)