Aliyah Bet, in viaggio verso la Terra promessa
“Nella storia di Terra promessa mi sono imbattuto circe tre anni fa quando ho capito l’entità dell’esodo dall’Italia nell’immediato dopoguerra degli ebrei dell’Europa centrosettentrionale, scampati alla Shoah e scesi nel nostro paese alla ricerca di un mezzo per raggiungere via mare Eretz Israel”. Così il regista Daniele Tommaso racconta i primi passi del suo film Terra promessa, dedicato all’Aliyah Bet, l’incredibile ed eroica operazione realizzata tra il 1945 e il 1948 per portare nella Palestina mandataria migliaia di ebrei sopravvissuti alla Shoah. Una grande storia che vive nella pellicola di Tommaso – presentata in streaming con un contributo del Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Saul Meghnagi – di tante testimonianze, a partire da quelle dei discendenti di Yehuda Arazi e Ada Sereni, tra i protagonisti assoluti dell’Aliyah Bet.
“Questo documentario è uno strumento importante di carattere informativo e formativo. – spiega Meghnagi – Fornisce informazioni su una parte della storia europea e della storia ebraica che è importante conoscere, per sapere come le vicende dell’oggi abbiano una radice remota. Nel caso dell’Italia vediamo come il sostegno dato a questi profughi in particolare in Liguria – evidenzia ancora Meghnagi – riscatti in qualche modo la colpa delle leggi razziste del 1938”.
“Via via che venivo a conoscenza delle storie, delle rotte di queste centinaia di persone che attraversavano a piedi le montagne, venivano ammassate nei camion, pativano situazioni terribili con l’obiettivo di raggiungere la terra promessa, mi è apparsa davanti una incredibile mappa dell’Italia accogliente. – ha spiegato Tommaso – In ogni frase, in ogni testimonianza e’ venuto fuori come la popolazione italiana abbia dato a questi sopravvissuti, polacchi, romeni, jugoslavi, austriaci, una solidarietà e un aiuto incredibile mettendo a disposizione quel poco che anche da noi era rimasto nell’immediato dopoguerra”.