Qui Casale
“Memoria, impegno quotidiano”
Commozione e impegno civile hanno caratterizzato le tre cerimonie del 27 gennaio che hanno visto in primo piano la Comunità ebraica di Casale Monferrato. Ospite l’assessore Regionale Fabrizio Ricca per lanciare il progetto “Ogni giorno è il Giorno della Memoria”.
“Il Giorno della Memoria non è una celebrazione che riguarda solo gli ebrei, riguarda il diritto di ciascuno di essere diverso dagli altri senza che questo faccia di lui un perseguitato”. Le parole di Elio Carmi, presidente della Comunità ebraica, hanno concluso una lunga giornata di eventi rimarcando una peculiarità della cittadina monferrina: cinque secoli di presenza ebraica hanno contributo a formare un tessuto sociale improntato all’integrazione. Un valore che nemmeno il nazifascismo è riuscito a cancellate e che oggi deve essere più che mai difeso.
Il Giorno della Memoria casalese è iniziato nella mattina del 27 gennaio a poca distanza da vicolo Salomone Olper, sede della Comunità, della famosa Sinagoga e dei Musei Ebraici. Una piccola folla si è radunata in Via Alessandria, dove ancora esiste il cardine del cancello che segnava uno degli ingressi del ghetto di Casale Monferrato istituito nel 1724 (il più popoloso nel Piemonte) e durato fino al 1848, salvo l’interruzione durante l’occupazione napoleonica. Una storia ricordata dallo stesso Elio Carmi che ha anche rievocato come, tra le tante funzioni avute dai ghetti ebraici, ci sia stata tristemente anche quella di favorire il compito agli esecutori delle deportazioni. Federico Riboldi Sindaco di Casale ha descritto così quel tragico periodo della storia casalese. “Da Sindaco vivo con un doppio dolore il ricordo: il peso dell’errore gravissimo commesso in quel periodo di privarci di elementi della nostra comunità e il dolore per gli aspetti più negativi dell’animo umano, la non protezione del vicino del compagno o dell’amico, dell’obbedienza cieca a un regime che imponeva leggi liberticide, non solo per paura ma anche per complicità. Una delle testimonianze che più mi colpiscono delle persecuzioni avvenute in Italia dal ’38, durante il fascismo, sono stati i biglietti scritti a mano di molti italiani che denunciavano la presenza di famiglie ebraiche presso nascondigli offerti spesso in maniera eroica da altre famiglie italiane. Come può avvenire questo in una città dove ci conosciamo tutti?”
Un particolare importante ricordato da molti partecipanti: per l’occasione il cardine è stato decorato con tante Stelle di Davide gialle realizzate dagli Scout di Casale, un gruppo a cui appartengono ragazzi delle più varie etnie e confessioni. Tra gli interventi anche i ringraziamenti Roberto Gabei, Presidente della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale ONLUS, e Titti Palazzetti, precedente sindaco di Casale Monferrato a cui si deve la trasformazione del cardine in un simbolo cittadino. Presenti alla cerimonia anche Don Gian Paolo Cassano in rappresentanza della Diocesi di Casale, i rappresentanti dei comuni monferrini e delle scuole casalesi.
Alle ore 11,15 le celebrazioni si sono spostate all’ingresso del Campo sportivo Natale Palli per la deposizione di una pietra di inciampo in memoria di Raffaele Jaffe, fondatore e presidente nel 1909 del Casale Football Club, squadra che ha portato allo scudetto nel 1914 (un trofeo che fa di Casale ancora oggi la più piccola città europea a detenere un titolo nazionale). Strappato dalla sua abitazione nel 1944 venne assassinato ad Auschwitz nello stesso anno.
Federico Riboldi traccia la storia di un cittadino illustre e della squadra cittadina. Il campo di fondazione del Casale Calcio sorgeva in realtà a qualche centinaio di metri da qui, ma il Natale Palli dagli anni ’20 ha visto 90 anni di storia della maglia nerostellata voluta da Jaffe (che un sondaggio nazionale ha decretato come la più bella del calcio italiano), dunque giusto che venga cementato qui il cubetto di ottone che ricorda la sua tragica fine. Un gesto che come emerso dalle parole sia di Elio Carmi sia di Giuseppino Coppo, co presidente del Casale FBC, serve anche a ricordare l’opera di un uomo buono e un educatore che ci ha tramandato i migliori valori espressi dallo sport. A collocare la pietra di inciampo non è stato Gunter Demnig, autore di questo progetto per una memoria diffusa in Europa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, ma sono stati congiuntamente proprio Elio Carmi e Federico Riboldi. La cerimonia è stata resa ancora più significatica da una delegazione giovanile del Casale Football Club e di un ritratto poco conosciuto di Raffaele Jaffe portato da Don Gian Paolo Cassano, questa volta in qualità di vice preside dell’Istituto professionale per i servizi commerciali di Casale intitolato proprio a Raffaese Jaffe.
L’ultima cerimonia ufficiale si è svolta alle ore 15,00 nel cortile della Api della Comunità ebraica di Vicolo Salomone Olper e ha visto tra gli ospiti l’Assessore Regionale alle Politiche giovanili e all’integrazione Fabrizio Ricca, per la prima volta in visita al complesso. Una presenza motivata dalla presentazione di un significativo progetto regionale realizzato proprio in collaborazione con Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale Onlus. Si chiama “Ogni giorno è il giorno della memoria e ha lo scopo di illustrare agli studenti delle scuole cosa sia stata la tragedia della Shoah. – spiega l’assessore Ricca – E chi meglio di chi ha le cicatrici sulla pelle della propria famiglia può raccontare cosa è stata la shoah e cosa si deve fare perchè ciò non avvenga più. Insieme creeremo gli Ambasciatori della Verità, giovani studenti che decideranno di portare avanti questo messaggio per fare in modo che ci possa essere il vaccino per l’antisemitismo”. L’assessore ha poi annunciato anche l’adozione da parte della Regione Piemonte della definizione internazionale di Antisemitismo istituita dall’IHRA (Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto), un passo già compito da 34 paesi, per una terminologia che consente di individuare con maggiore chiarezza le espressioni di intolleranza. Dopo i discorsi dell’Assessore Ricca, di Elio Carmi, di Federico Riboldi e di Vittorio Giordano, vicepresidente ANPI, la cerimonia ha raggiunto momenti di viva commozione con la recita del Yizkor (la preghiera per il ricordo), la lettura dei nomi dei 63 dei deportati delle Comunità di Casale e Moncalvo e l’accensione pubblica di 6 lumi + 1 per ricordare tutte le vittime dei campi di sterminio. Sono stati chiamati ad accendere i lumi i sindaci presenti: oltre a Federico Riboldi, Christian Orecchia di Moncalvo, Luca Beccaria vice sindaco di Camagna, e Giuseppe Pezzetto, sindaco di Cuorgnè (comune legato a Casale dal salvataggio di una famiglia ebraica della città). Un lume è stato acceso dai rappresentanti delle forze dell’ordine nel ricordo dei loro esponenti che, anche a Casale, cercarono di impedire le deportazioni. Infine un lume, quello legato al milione di morti non ebrei periti nei campi di sterminio, è stato acceso congiuntamente da Don Gian Paolo Cassano per la Diocesi di Casale, Jacob Raffaele Frasson della Comunità Islamica casalese e Shoryo Tarabini del tempio buddista di Cereseto. Una testimonianza anche del dialogo interconfessionale che da sempre caratterizza l’attività in vicolo Salomone Olper.
Al termine, in un incontro con la stampa locale e i rappresentanti del territorio, l’assessore Ricca ha illustrato nei dettagli il progetto per il quale la Regione Piemonte ha stanziato complessivamente 120.000 euro. Con ‘Ogni giorno è il Giorno della Memoria” la Regione finanzierà progetti rivolti ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che prevedano la creazione di campagne di comunicazione web e social o prodotti multimediali rivolti agli alunni della scuola secondaria. Un percorso che passera attraverso attività di laboratorio e, che in conclusione, andrà a formare ragazzi “Ambasciatori” che si faranno carico di presentare quanto è stato realizzato negli istituti che avranno aderito alla rete del progetto. Nella prima fase del percorso saranno coinvolti i Comuni, singoli o associati, le Province e la città Metropolitana di Torino. Enti locali capofila a cui dovranno unirsi almeno 3 scuole secondarie di secondo grado e almeno una associazione giovanile. Reti, a cui potranno aggiungersi anche realtà che operano nel volontariato, che dovranno elaborare proposte di progetto. Nella seconda fase gli autori dei progetti, svolgeranno almeno 3 incontri formativi con esperti individuati dalla Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale Onlus, che si avvarrà anche della collaborazione di Maccabi World Union Sezione Circolo Sportivo Dilettantistico Maccabi Monferrato e della Comunità Ebraica di Casale Monferrato. Una volta terminato il percorso di formazione i ragazzi e le ragazze saranno insigniti del titolo di “Ambasciatori della Verità” e i Comuni capofila riceveranno i finanziamenti per la realizzazione del progetto presentato, che sarà poi portato in giro sul territorio dagli Ambasciatori.