Verona – Il campo di Montorio
e la tutela della Memoria viva

Nonostante la pioggia e il Covid, una piccola rappresentanza degli enti coinvolti nella sua scoperta si sono ritrovati nelle scorse ore a Montorio – frazione di Verona – davanti alla targa che ricorda il campo di concentramento ivi situato. Utilizzato con questo fine nei primi mesi del 1944 – poi luogo di detenzione di prigionieri politici fino al termine della seconda guerra mondiale – vide la presenza di una sessantina di ebrei, successivamente trasferiti a Fossoli e quindi ad Auschwitz. Alcune lettere ritrovate, unitamente ad atti amministrativi dell’epoca e alle testimonianze di chi – sopravvissuto – ha raccontato la sua esperienza, hanno portato alla precisa individuazione di questo campo e alla sua identificazione come “campo di concentramento”. Soltanto nel 2017 la targa di commemorazione e alcuni cartelli esplicativi forniti di foto vennero posizionati in un punto particolarmente importante per la fruizione da parte dei cittadini, trovandosi accanto ad un percorso pedonabile e ciclabile.
E così rappresentanti della Comunità ebraica di Verona e Vicenza, dell’associazione Figli della Shoah e del locale istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, nonché dell’associazione Montorio veronese, hanno voluto ricordare la quasi miracolosa ri-scoperta di questa ex palazzina militare, destinata ad essere venduta in un’asta pubblica in quanto bene demaniale; con provvedimento datato 23 marzo 2020, la Soprintendenza Archeologica per le province di Verona, Rovigo e Vicenza ha dato avvio al procedimento per la dichiarazione di “interesse culturale” di questo luogo, di fatto “congelando” le procedure di vendita.
Se il Giorno della Memoria non dura un giorno solo ma ogni giorno dell’anno – perché noi ebrei non abbiamo bisogno di una giornata dedicata, ogni giorno ricordiamo – a Verona la sinergia tra Comunità ebraica, società civile ed associazionismo locale ha realizzato questo fine, portando alla salvaguardia di un luogo di Memoria viva.
Come affermato dalla senatrice Liliana Segre al Memoriale della Shoah a Milano, “l’indifferenza è già violenza”. Ieri c’è stata una affermazione di partecipazione e di coinvolgimento.
Un ringraziamento particolare va proprio a Liliana, sottoscrittrice dell’interrogazione parlamentare che poi ha portato al compimento di questo piccolo miracolo (e la storia continua…).

Miriam P. Carmi

(1 febbraio 2021)