DafDaf febbraio 2021
L’impegno per i giovani

Si apre con una presentazione delle attività dell’UGN, l’Ufficio Giovane Nazionale dell’UCEI, il numero 122 di DafDaf, in distribuzione in questi giorni. È la stessa Genny Di Consiglio, a presentare se stessa e il lavoro svolto: “Alla guida ci sono io, Genny, che dell’UGN sono responsabile, aiutata da Sarah Limentani. Insieme abbiamo pensato a cosa fare, sfruttando quelle tecnologie che stanno permettendo a tutti noi di restare in contatto nonostante la pandemia. Questo brutto periodo ci ha obbligati a cercare modi diversi per incontrarci, così sin dalla primavera gli appuntamenti sono diventati virtuali.
A cadenza regolare, online, l’UCEI ha messo a disposizione di tutti giochi interattivi, racconti multimediali, discussioni, e piccoli laboratori. Abbiamo coinvolto bambini e ragazzi delle comunità ebraiche di tutta Italia, divisi non più per città ma per età”. Ed è proprio questa la notizia più bella: i giovani e giovanissimi di tutte le comunità ebraiche italiane hanno a disposizione una serie di attività che li coinvolgono allo stesso modo, e fra giochi interattivi, racconti multimediali, discussioni, e piccoli laboratori tutti possono partecipare, e invitare i proprio amici a seguire le attività, che vengono presentate secondo un calendario settimanale sia sulla pagina Facebook dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che sul canale dedicato su Vimeo, dove sono archiviati già 230 video che sulla webtv.
La rubrica libri presenta invece uno degli ultimi libri di Daniele Aristarco, che si intitola Il Giardino dei Giusti ed è appena arrivato nelle librerie grazie alle Edizioni EL: un modo per ricordare ai giovani lettori che “Shoah è una parola ebraica che significa “catastrofe”. È una definizione migliore del termine olocausto, che indica invece una forma di sacrificio, e sembrerebbe poter dare un senso all’orrore dello sterminio”. Qualche riga anche per spiegare cosa sia lo Yad Vashem, e ricordare che “A Yad Vashem c’è anche un bosco speciale, ogni albero porta un nome: si chiama la foresta dei giusti, e i nomi degli alberi sono quelli di persone – uomini e donne di tante diverse nazionalità – che, a rischio della loro vita, hanno aiutato, protetto, nascosto, salvato degli ebrei nell’Europa nazista. Persone, insomma, che non hanno piegato il capo all’orrore. Ci sono anche tanti nomi italiani, fra questi alberi”.
Per volare, e guardare il mondo dall’alto c’è un piccolo libro appena pubblicato da Luoghi editrice, una casa editrice di Trieste a cui Annalisa Metus ha voluto affidare una storia che la riporta a tanti momenti trascorsi in tram, come abbiamo ricordato in copertina, grazie all’illustrazione che ci ha regalato. Annalisa l’ha raccontato così: “Per anni ho preso il tram che collega Trieste a Opicina almeno due o anche quattro volte al giorno: la tratta è particolare perché si inerpica per una salita rapidissima e costeggia i boschi che circondano la città. All’epoca non avevo uno smartphone e in quella mezz’ora leggevo, guardavo fuori dal finestrino o giocavo con i miei bambini. In tram quando fuori fa buio o diluvia ci si sente davvero in una scatoletta illuminata in balia degli elementi.
Così probabilmente mi è venuta l’idea di un tram che, appunto, si faceva portare dal vento e si librava sopra al mare”.
È nata così la storia di Martino e Bora, che Annalisa ha sia scritto che illustrato, una storia che ha bisogno di una città speciale: “Una città fatta in un certo modo e non in un altro.
Prima di tutto deve esserci il mare davanti.
Poi servono delle colline tutto intorno.
Sopra ci vuole tanto, tanto cielo.
E in mezzo deve soffiare un vento forte.
Anzi, fortissimo”.
E cosa c’è di meglio che leggere un buon libro mentre il profumo di qualcosa di ghiotto arriva dalla cucina? Tornano le ricette di nonna Claudia, che questo mese ci regale la ricetta della sua torta di zucchine: “A me piacciono molto le zucchine e adoro i formaggi. Niente di meglio che unire i miei ingredienti preferiti e preparare una ghiotta torta seguendo pochi passaggi per preparare sia la pasta che il ripieno”, racconta. A parte il passaggio in forno non c’è nulla che un bambino non possa fare da solo, sicuro di ricevere molti complimenti.
A chiudere il numero, poi, la rubrica dedicata al cinema, dove si racconta la storia di Henry Albert (Hank) Azaria, un attore, doppiatore, comico e produttore americano noto per aver dato la voce a una grande varietà di personaggi nella sitcom animata The Simpsons. La sua storia parte da lontano: i suoi nonni sia paterni che materni erano ebrei greci, venivano da Salonicco, e i loro antenati erano stati espulsi dalla Spagna. Hank ricorda che la lingua parlata dalla sua famiglia a casa era il ladino, noto anche come giudaico- spagnolo, che descrive come “uno strano e antiquato dialetto spagnolo scritto in caratteri ebraici”.
Buona lettura!

Ada Treves twitter @ada3ves

(2 febbraio 2021)