Draghi al Quirinale
Due possibilità: o il voto anticipato o un governo “di alto profilo”, in grado di affrontare la crisi “nella pienezza delle sue funzioni”. La strada maestra, per il Presidente Mattarella, è la seconda. Per questo l’ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi salirà oggi al Quirinale.
Il Corriere scrive che Draghi sarebbe stato colto di sorpresa dalla telefonata del Capo dello Stato sebbene “fosse consapevole che in caso di emergenza sarebbe potuta arrivare”. Davanti a sé un compito arduo: “Costruire una maggioranza solida, nelle condizioni in cui versano oggi le Camere, sarebbe di per sé un’operazione improba. Ma il messaggio alla Nazione del presidente della Repubblica è uno scudo che agevolerà il suo percorso”.
Secondo Repubblica due sono le ipotesi: o “un governo elettorale” o “un esecutivo di unità nazionale” con la prospettiva di arrivare fino al termine della legislatura. Nel primo caso “potrebbe andare avanti per sei mesi pieni, quando scatterebbe il semestre bianco”. Il voto arriverebbe così ad ottobre.
Resta da capire cosa faranno i partiti. “Il centrodestra adesso può implodere”, titola La Stampa. Forza Italia appare infatti “favorevole alle larghe intese” mentre Meloni e Salvini “insistono sulle elezioni”. Tensioni anche all’interno dei Cinquestelle. “Tra i parlamentari – si legge – scatta il tutti contro tutti”.
Tra le principali grane di politica estera per la nuova amministrazione Usa spicca senz’altro il dossier Iran. Come noto Biden vorrebbe tornare al tavolo. Ma, si legge oggi su Repubblica, senza compiere gli errori del precedente negoziato. “Il sostegno diretto del regime degli ayatollah ad Hezbollah nel Sud del Libano, ad Hamas nella Striscia di Gaza, alle milizie sciite di Hashd al-Shaabi in Iraq, alle milizie Houthi nel Nord dello Yemen e l’intervento militare diretto in sostegno del regime di Assad, sono storia recente e non derubricabile”, si osserva al riguardo. Come non è separabile da un’eventuale intesa “la trattativa sul programma balistico di Teheran, che rappresenta un’inaccettabile sfida esistenziale per Israele”.
Sconcertante intervento dell’amministrazione comunale di San Francesco al Campo, paesino in provincia di Torino, che in un messaggio diffuso via social ha parlato di morti nei campi di sterminio “sovrastimate” e causate dalle “assai precarie condizioni igieniche dei campi di detenzione e del loro sovraffollamento”. Il titolo della Stampa su questa inquietante vicenda è eloquente: “Il Comune che nega l’Olocausto”.
Un nuovo riconoscimento per Liliana Segre, che ieri si è vista assegnare la laurea honoris causa in Scienze della pace dall’Università di Pisa. Un momento importante anche dal punto di vista simbolico. “Un lungo applauso – racconta il Corriere Fiorentino – saluta le sue parole, in piedi il rettore e i professori che l’hanno celebrata nel polo didattico San Rossore 1938, emanazione fisica delle leggi razziali firmate nel parco e per le quali l’università ha intrapreso da anni un percorso di studio e ammenda”.
Si accende l’attenzione mediatica sul giovane calciatore della Lazio Romano Floriani Mussolini, 17enne pronipote del dittatore fascista, aggregato da alcune partite alla squadra primavera. Spiega il Corriere: “Oltre a due cognomi, ha anche sei nomi, tra cui Benito. Al quale una frangia di tifosi della Lazio si è ispirata spesso, procurando non pochi guai alla società di Lotito”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(3 febbraio 2021)