Eugenio Mortara e i ricordi nel cassetto

“Il lettore di queste pagine non troverà ricordati che pochi dei fatti storici nei quali l’autore venne coinvolto e solo alcuni degli episodi che lo videro protagonista nella resistenza al nazifascismo e nella lotta per la salvezza di esseri umani spietatamente perseguitati e minacciati di sterminio. La caduta del fascismo, la liberazione nazionale, la fine del nazismo e la realizzazione dello Stato di Israele coincisero con una presa di coscienza che portò l’autore alla convinzione che l’umanità fosse avviata verso un sostanziale cambiamento nel quale l’odio avrebbe ceduto il passo alla fratellanza. Al tempo dell’eroismo avrebbe dovuto succedere quello della pace. Purtroppo, la sua speranza man mano che ci si allontana dal decennio 1935-1945 tende a diminuire e non rimane che la storia di una vita. Così, dopo cinquant’anni di silenzio, il ricordo e la presa di coscienza non possono essere più taciuti”. Così Eugenio Mortara spiegava la sua scelta di mettere per iscritto i propri ricordi, raccolti nel libro Il nonno ha aperto i cassetti delle memorie (Giuntina). Un volume presentato all’interno del calendario degli eventi di Rimini città della Memoria 2021 su iniziativa dell’Istituto Storico Rimini.
A raccontare il significato per la famiglia Mortara di questa raccolta di memorie, il figlio Giorgio, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il nipote Simone e, per un inquadramento storico, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera. A coordinare l’incontro, la storica Patrizia Di Luca.