Memoria a scuola
Qualche giorno fa mio figlio, il quale è in quarta elementare, è tornato da scuola con un lavoro ben curato fatto in classe sulla Shoah. In un fascicoletto scritto a mano venivano raccontate brevemente l’evolversi delle vicende storiche, e quindi la persecuzione e la realtà dei lager nazisti con i numeri delle vittime, il tutto era correlato da alcuni disegni con delle stelle di David. Quando frequentavo le elementari non ricordo iniziative in classe durante il Giorno della Memoria. Ancora più a ritroso, negli anni scolastici di mio padre, quando questa giornata non era stata ancora istituita, la Shoah non era neppure presente nel dibattito pubblico. Anzi una volta, ricorda bene, egli sentì dire da un compagno “che in fondo se Hitler ce l’aveva tanto con gli ebrei qualche ragione c’era”. Oggi non manca purtroppo chi sostiene le medesime aberrazioni, ma della Shoah se ne parla di più, è parte della nostra memoria collettiva per quanto di testimoni ve ne siano sempre meno. Non so bene che cosa possa scaturire nella mente di un bambino l’incontro con questa pagina della storia umana. Soprattutto perché mi chiedo dove potrebbe collocarla al suo interno. Ovvero alle elementari i bambini di oggi non vanno oltre la storia antica, mio figlio è ancora ai sumeri, nelle ore di geografia vengono invece studiati i climi e gli ambienti. Dov’è la Germania, e la Polonia? Chi sono gli ebrei, a parte quelli che si incontrano insieme agli antichi romani? E i nazisti?
Ritengo molto importante che si parli già della Shoah nella scuola elementare, forse da ciò potremmo auspicare che la società futura sarà più consapevole e attenta rispetto a quella attuale. Nonostante ciò degli iati all’interno del percorso scolastico sarebbero ancora da colmare, a cominciare dal fatto che gli ebrei nella storia che viene studiata compaiono praticamente soltanto a metà del Novecento, prima e dopo è quasi come se non esistessero.
Francesco Moises Bassano
(5 febbraio 2021)