“Cibo, ambiente, clima servono policy globali”
Per affrontare le grandi sfide legate al cibo, all’acqua e al clima serve una governance globale, che vada al di là delle politiche nazionali. A spiegare il perché, Ram Fishman del Nitsan Lab per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università di Tel Aviv, relatore dell’ultimo appuntamento del quarto appuntamento con il programma “Global Governance Online Lecture Series”, promosso dall’ambasciata d’Israele in collaborazione con l’Università di Tor Vergata di Roma. “Se utilizzo una sorgente d’acqua in Israele o produco qui del cibo in apparenza queste cose non producono effetti sull’Italia. – ha evidenziato Fishman – Ma, poiché c’è una stretta correlazione tra clima, cibo e acqua, indirettamente diventa una questione che tocca anche voi e richiede una governance globale. Ad esempio, il modo in cui coltivo qui incide sul clima e su altri problemi ambientali, e ha quindi rilievo anche per l’Italia. Non solo, se per esempio importo riso dall’India – e Israele è costretta a farlo, considerando che solo il 10% delle calorie che consuma è prodotta nel paese – in un certo senso sto consumando l’acqua indiana. Perché l’India usa molta della sua acqua per produrre il riso che io importo. Dunque non c’è scambio diretto del bene acqua, che per la maggior parte è utilizzato nell’agricoltura, ma c’è una passaggio virtuale”. In maniera diretta (la coltivazione e le tecniche adottate) o indiretta (lo scambio del prodotto alimentare sul mercato globale) dunque le politiche di ciascun paese incidono anche sugli altri, ha sottolineato Fishman. Lo scienziato ha poi elencato quali sono le sfide comuni delle nazioni in questo XXI secolo: oltre a combattere la fame e la povertà, coltivare cibo più diversificato per dare da mangiare ad economie in continua espansione, e allo stesso tempo ridurne il più possibile l’impatto ambientale. Per farlo, ha aggiunto, serve una policy di condivisione delle innovazioni che rendono sempre più efficiente e resiliente ai cambiamenti climatici l’agricoltura.