17 febbraio, prospettiva comune
“Prendendo in considerazione la fedeltà ed i buoni sentimenti delle popolazioni Valdesi, i Reali Nostri Predecessori hanno gradatamente e con successivi provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi che anticamente restringevano le loro capacità civili. E Noi stessi, seguendone le traccie, abbiamo concedute a que’ Nostri sudditi sempre più ampie facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza delle leggi medesime. Ora poi che, cessati i motivi da cui quelle restrizioni erano state suggerite, può compiersi il sistema a loro favore progressivamente già adottato, Ci siamo di buon grado risoluti a farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali della nostra legislazione”.
È la svolta sancita dalle Lettere Patenti firmate il 17 febbraio del 1848 dal re Carlo Alberto. La fine di una parte significativa delle vessazioni ancora in vigore contro la minoranza valdese, spesso vittima nei secoli di persecuzioni e violenze. E il preludio alla successiva abolizione delle discriminazioni contro i cittadini ebrei, che verrà ratificata il 29 marzo dello stesso anno attraverso regio decreto. “La differenza di culto – si stabilirà, marcando anche in questo ambito un importante cambio di passo – non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici ed alla ammissibilità alle cariche civili e militari”.
Quello di valdesi ed ebrei è stato spesso un percorso comune. Dalle primi basi gettate a metà Ottocento alla più recente stagione delle Intese siglate con lo Stato italiano: un percorso nel segno di emancipazione, diritti, pluralismo.
Il 17 febbraio, da tempo, si è imposto come data civile di festa e riflessione su temi che rendono questo anniversario qualcosa di molto speciale anche per il mondo ebraico. In particolare a Torino, dove la Comunità ebraica partecipa da anni alla tradizionale cerimonia del “Falò della libertà”. E dove la Mole Antonelliana, proprio in occasione del 17 febbraio, si è accesa con un messaggio di impegno contro ogni forma di odio e antisemitismo.
“Le parole e le azioni di odio contro gli ebrei – ricordava la Federazione delle chiese Evangeliche in una nota diffusa proprio il 17 febbraio scorso – sono il primo segnale di una deriva liberticida e di attacco ai principi su cui si basano le nostre democrazie costituzionali, fondate in reazione agli orrori che hanno travolto l’Europa nel secolo scorso”.
(17 febbraio 2021)