I persiani
Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ciro il Grande è stato il re che ha posto fine all’esilio babilonese e permesso agli ebrei di vivere liberi e anche di tornare dall’esilio e ricostruire il Tempio. Pare ovvio collocarlo tra i buoni con tutto il suo popolo e con il suo impero così tollerante ed efficiente. Però fin da piccoli studiamo le guerre persiane, sempre presentate in modo tale da far apparire buoni i greci, mentre i tirannici persiani che vogliono sottomettere le libere poleis sono diventati i cattivi. Ogni volta che da insegnante mi trovo a trattare le guerre persiane non posso fare a meno di provare una punta di disagio. Senza dubbio studiare la storia degli ebrei ci aiuta a guardare alla storia generale con occhio critico, diffidando delle interpretazioni troppo facili e univoche.
Intanto si avvicina Purim, e ci accingiamo a leggere la Meghillat Ester, un testo in cui i persiani sono protagonisti ma è ben difficile classificarli tra i buoni o tra i cattivi perché, a partire dal loro re, passano con assoluta nonchalance dal considerare gli ebrei sudditi dell’impero come tutti gli altri al volerli annientare completamente, per poi cambiare nuovamente idea. E così se nei libri di storia i persiani assumono talvolta un valore simbolico, nella Meghillà assumono un valore simbolico doppio, di monito e di speranza.
Neppure i simboli possono permettersi di essere troppo univoci.
Anna Segre
(19 febbraio 2021)