Il pane perduto allo Strega
“Un bel libro su una storia atroce:
contraddizione che lo rende grande”

Ogni libro scritto da Edith Bruck è poesia, travolgente emozione. Anche e soprattutto quando esplora temi difficili e dolorosi. Quando mette a nudo le sue ferite.
Il pane perduto (La nave di Teseo), l’ultima sua prova, continua questa tradizione di altissima letteratura riconosciuta anche con la candidatura al prossimo Premio Strega.
A proporlo alla direzione del più prestigioso premio italiano il giornalista ed ex parlamentare Furio Colombo, artefice della legge che ha istituito in Italia il Giorno della Memoria, che parla di libro “denso e portatore di verità”, caratterizzato da “bellezza letteraria, stilistica, di sentimenti”.
L’autrice vi ripercorre la propria vita, segnata in gioventù dalla deportazione nei campi di sterminio. Un confronto dal quale mai si sottrae, consapevole del fatto, come ha affermato in una intervista con L’Osservatore Romano dalla quale è scaturita la richiesta d’incontro e la recente visita nel suo appartamento di papa Bergoglio, che “illuminare una sola coscienza vale la fatica e il dolore di tenere vivo il ricordo di quello che è stato”.
Il pane perduto, prosegue Colombo, “è un bel libro su una storia atroce: e questa contraddizione impossibile lo fa ancora più grande”.
Tra i due l’amicizia è da tempo profonda. “Siamo praticamente coetanei, ricordiamo le stesse persone, le stesse situazioni”, osserva Colombo. “Edith Bruck è una Testimone della Shoah, ma ancor prima di ciò, un po’ come Primo Levi, una grande scrittrice. Quando nelle scuole incontra i ragazzi, quell’esperienza li scuote e trascina. Le sue parole e la sua poesia sono un dono”.
Una capacità di smuovere sentimenti forti che il tempo sospeso della pandemia non sembra aver intaccato. “Edith affronta un momento di vita molto difficile. Di solitudine e isolamento in un mondo che si fa sempre più incattivito. Lo fa però – conclude Colombo – con misteriosa e straordinaria letizia”.

Adam Smulevich

(23 febbraio 2021)