Segnalibro – Il ghetto
di Verona e la sua sinagoga
Il 17 settembre 1861, anno 5621 del calendario ebraico, il rabbino Isacco Pardo pronunciò uno storico discorso nel quale auspicava che la comunità, allora chiamata Università ebraica di Verona, si facesse carico di progettare una nuova Sinagoga essendo quella in uso troppo angusta per contenere tutta la popolazione dei fedeli.
“Un nuovo Tempio adunque dobbiamo erigere in cui tutti possiamo in ampio spazio porgere omaggio all’Onnipotente, un Tempio che meglio rappresenti la sublimità…del nostro culto, e con esso noi stessi, nell’opinione dei nostri concittadini”.
La storia della progettazione e della costruzione della nuova sinagoga che fu inaugurata nel settembre del 1929 si inserì nel più ampio progetto di trasformazione che coinvolse tutta l’area di quello che era stato l’antico ghetto di Verona.
Di quella zona della città confinante con la centralissima Piazza Delle Erbe rimangono in piedi pochissimi edifici e tra questi alcune case molto alte, conosciute come case torri, che si affacciano proprio sulla piazza e che facevano parte dell’ampliamento seicentesco del ghetto medesimo resosi necessario in seguito all’arrivo di una numerosa comunità di ebrei sefarditi.
Con il definitivo abbattimento dei cancelli di quello che fu il ghetto molte famiglie ebraiche ben presto si allontanarono da quell’area affollata e insalubre che divenne così una zona di case vecchie e fatiscenti ma, in quanto centrale per la città, molto importante e pertanto oggetto di numerosi progetti urbanistici di sistemazione. Nel 1924 tutta l’area subì un completo risanamento con pesanti demolizioni e ricostruzioni.
Anche per l’ampliamento della nuova Sinagoga furono coinvolti diversi architetti e fu un susseguirsi di progetti che non sembravano mai trovare il favore del consiglio della Comunità fino a quando non fu valutato il lavoro dell’architetto veronese Ettore Fagiuoli che non solo riprogettò internamente l’aula ed il matroneo ma propose lo spostamento dell’ingresso, eleganti decorazioni interne, un luminoso vestibolo e una facciata monumentale; il suo progetto fu presto approvato anche dall’allora fascista amministrazione comunale.
La storia del ghetto di Verona e della sua sinagoga sono sapientemente raccontate in un libro di recentissima pubblicazione scritto dalla dottoressa Valeria Rainoldi che proprio su questi argomenti aveva conseguito il dottorato di ricerca in Culture d’Europa presso l’Università di Trento.
Si tratta di un volume che è il risultato di lunghe ricerche e che si avvale di una ricca documentazione nonché di numerose illustrazioni, planimetrie e disegni sia dell’area del ghetto, prima e dopo il risanamento, che della Sinagoga.
La dottoressa Rainoldi da molti anni si occupa di architettura e spazi religiosi e tra i suoi numerosi lavori qui ricordiamo che nel 2006, con edizioni Cleup Padova, era stato pubblicato “Il Ghetto e la Sinagoga di Verona tra Ottocento e Novecento” e più recentemente con Cierre 2019, “Il cimitero degli ebrei a Campo Marzio”.
Il suo nuovo lavoro, Cierre edizioni 2020, edito anche grazie al contributo della Comunità ebraica veronese sarà presentato quest’oggi presso la Società Letteraria di Verona in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea.
Sarà presente Silvia Fagiouoli e dialogherà con l’autrice la professoressa Alessandra Galizzi Kroegel, ricercatrice presso l’Università di Trento dove insegna Museologia e Storia della critica d’arte.
La presentazione, causa Covid 19, potrà essere seguita solo da remoto collegandosi al seguente link oppure dalla pagina Facebook della Società Letteraria di Verona. Inoltre sarà sempre possibile riascoltare l’evento in podcast dal sito web
Bruno Carmi
(23 febbraio 2021)