Dario Basevi (1927-2021)
“Solo allora, alzando gli occhi al cielo, ho visto volare le rondini”.
Dario Basevi ricordava così il giorno della Liberazione. La fine dell’incubo, l’inizio di una nuova era. Classe 1927, memoria storica della comunità ebraica veronese, è stato un apprezzato primario di medicina interna e imprenditore agricolo. La sua famiglia dal ramo materno, originaria di Salonicco, fu annientata nella Shoah.
Raggiunto dalle leggi razziste sui banchi di scuola, dopo l’8 settembre aveva lasciato Verona, assieme ai suoi cari, con l’intento di raggiungere le forze alleate a Sud. Un lungo e travagliato viaggio che lo aveva portato fino a Roma, dove era arrivato nella drammatica data del 16 ottobre, giorno del rastrellamento nazista nell’area del vecchio ghetto.
Promotore di molte iniziative di Memoria e in particolare della realizzazione del grande monumento che si trova oggi in piazza Isolo, opera del Maestro Pino Castagna, aveva ricevuto, nel 2019, il titolo di Cavaliere della Repubblica. Il riconoscimento gli era stato assegnato nella simbolica occasione del 2 giugno, festa della Repubblica, nella sede della Prefettura. Al suo fianco anche altri concittadini premiati dal Quirinale.
Basevi era cugino di Franco Cesana, il più giovane partigiano ucciso nella guerra di Liberazione.
Sia il suo ricordo di benedizione.
(24 febbraio 2021)