Da Gerusalemme a Londra, Purim
nel rispetto delle regole anti-covid

A un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, il mondo ebraico si appresta a festeggiare nuovamente un Purim tra restrizioni e cautele. E diversi rabbanim fanno appello affinché sia un Purim segnato dal rispetto di tutte le misure anti-contagio. In Israele, ad esempio, il rabbino capo ashkenazita David Lau ha definito una mitzvah il fatto di celebrare la festa in modo ristretto. “Chi ha detto che si deve festeggiare solo quando ci sono cento o duecento persone? Si può celebrare anche con un pubblico più piccolo – ha dichiarato il rav in un’intervista a ynet – Si può usare zoom”. Rav Lau ha poi sottolineato come “per poter celebrare Pesach con la famiglia, abbiamo bisogno di un altro piccolo sforzo, rispettare un altro coprifuoco”. Nonostante poi l’introduzione del Green pass, che permette di riunirsi in sinagoga a un determinato numero di vaccinati e guariti dal Covid-19, Lau ha spiegato che lui leggerà la Meghillat Ester all’esterno. “La leggerò nella piazza vicino a casa mia, così come abbiamo pregato per un anno intero. Non ci sarà molta gente, e noi staremo alla giusta distanza e con l’aiuto di Dio saremo felici. È possibile”. A domanda se il mondo haredi – dopo le polemiche di questi mesi per alcune infrazioni – rispetterà le misure, il rav ha sottolineato come ogni settore dovrebbe guardarsi allo specchio. “Siamo molto bravi a guardare gli altri, l’altro pubblico, e a dire la nostra su di loro: sbagliano, non rispettano, qui Balfour, qui i raduni. Forse (sarebbe meglio) se tutti guardassero a se stessi e al proprio ambiente. Si assicurino che loro e il loro settore seguano le linee guida, che si vaccinino. Mi sembra che così potremo essere più felici, più sani e migliori. Facciamo questo sforzo”. Proprio in queste ore nel paese è polemica per delle immagini arrivate da Tel Aviv, dove centinaia di ragazzi la scorsa notte sono stati immortalati mentre partecipavano a una festa in strada. Lo il commissario per il coronavirus Nachman Ash ha parlato di “immagini oltraggiose e irresponsabili di celebrazioni e raduni di massa” a Tel Aviv. “La responsabilità è nelle mani del pubblico, ed è molto spiacevole che questo sia il modo in cui scelgono di comportarsi in questi giorni, quando le cifre della morbilità sono ancora alte”, ha detto Ash. Ancor più duro il ministro della Sanità Yuli Edelstein. “Quelli che partecipano a queste feste del contagio dovrebbero sapere una cosa: il picco di infezione porterà il vostro nome, le chiusure di attività saranno a causa vostra, la perdita di vite umane peserà sulla vostra coscienza”.
Intanto, tra coloro che hanno chiesto responsabilità e rispetto delle misure anticontagio per Purim, anche il rabbino capo di Gran Bretagna rav Ephraim Mirvis. “Un anno fa, a nostra insaputa, alcune delle nostre celebrazioni di Purim hanno fornito un ambiente in cui il coronavirus poteva diffondersi. – ha dichiarato il rav in un messaggio all’ebraismo britannico – È stato tragico che proprio nel giorno in cui celebriamo la nostra sopravvivenza fisica, ci sia stato un pericolo per le nostre vite e, attraverso di noi, per gli altri. Questo Purim, quindi, assicuriamoci di festeggiare in sicurezza”. Chi, a causa delle restrizioni, non può recarsi in sinagoga per ascoltare la lettura della Meghillah e non ha altra possibilità, ha aggiunto il rav, può ascoltarla online dal vivo.
Rispetto all’uso dei mishloach manot, dell’invio reciproco tra parenti e amici di doni per Purim, il rav ha invitato a farlo ma verso “coloro che sono vulnerabili o che vivono da soli. Lo apprezzeranno sicuramente”.

dr

(Nell’immagine volontari mascherati per la festa in visita in un reparto Covid israeliano)