Sinistra e islamismo,
dibattito in Francia

“La libertà accademica è sacra, certo. Ma non possiamo non vedere come la ‘cancel culture’ che unisce antisionismo ed estremisti musulmani sia sempre più forte”. Lo scrive su Repubblica l’intellettuale francese Bernard-Henri Lévy, raccontando del dibattito in corso oltralpe su quello che definisce “islamo-gauchisme”. Un neologismo, “usato di solito dall’estrema destra, che indica un presunto sodalizio politico tra una parte della sinistra antirazzista e anticolonialista e gli ambienti islamici più radicali”. Ad utilizzare il termine di recente, la ministra dell’Istruzione, Frédérique Vidal, che ha parlato di un “islamo-gauchisme” che “incancrenisce tutta la società” e da cui “l’università non è impermeabile”. La ministra ha poi annunciato di voler aprire un’inchiesta negli atenei e l’annuncio ha generato un dibattito con una levata di scudi del mondo accademico, che contesta il termine “islamo-gauchisme” e teme per la libertà di ricerca. Secondo Lévy però il problema esiste ed elenca diversi episodi in cui l’estrema sinistra si è unita all’islamismo radicale, come le “manifestazioni di sostegno a Gaza nel luglio 2014, dove Jean-Luc Mélenchon e alcuni dei suoi, ritenendo che l’Islam sia decisamente ‘la religione dei poveri’, suggellarono l’alleanza sfilando in corteo con dei simpatizzanti di Hamas che gridavano ‘morte agli ebrei’”. Il filosofo porta altri esempi di intrecci tra antisemitismo, mascherato da critica contro Israele, e islamismo in particolare legati al mondo accademico e si chiede “Si tratta di casi sintomatici o marginali?”. “Non lo so”, la sua risposta, ma “è un bene che sia stata posta la domanda, che sia stata aperta la discussione e che tutti siano ora invitati ad andare a vedere di persona”. A replicare a Lévy, sempre su Repubblica, Tahar Ben Jelloun per cui il termine “islamo-gauchisme” è un’espressione che rappresenta “una grave manipolazione: il fondamentalismo religioso non ha nessun collegamento con chi lotta per una società non capitalista”. “Perché – aggiunge l’opinionista – l’islamismo omicida è più simile a un’ideologia totalitaria come il fascismo, capace di passare all’azione commettendo degli assassinii in una società che rifiuta questo estremismo”.

39 sottosegretari, la squadra del governo Draghi. Sono 20 uomini e 19 donne i sottosegretari di cui il governo Draghi ha approvato le nomine: 11 del Movimento 5Stelle, 9 Lega, 6 Forza Italia e Pd, 2 Italia viva, 1 Centro democratico, Leu e +Europa. “Tra loro sei sono viceministri, – scrive il Corriere – e almeno lì le donne sono di più: Marina Sereni (Esteri), Laura Castelli (Economia), Gilberto Pichetto Fratin e Alessandra Todde (Sviluppo economico), e Teresa Bellanova e Alessandro Morelli (Infrastrutture e Trasporti)”. Particolare peso sui quotidiani viene dato alla notizia che la delega ai Servizi segreti è stata conferita al capo della Polizia Franco Gabrielli. Intanto il governo, per bocca del ministro della Salute Roberto Speranza, fa sapere che il prossimo Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile e non ci saranno allentamenti delle restrizioni. Le nuove regole saranno annunciate lunedì prossimo.

“Kashoggi, Bin Salman dietro l’omicidio”. Cambia e molto il clima tra Washington e Riad. La nuova amministrazione Usa a guida Biden sceglie una strada molto meno aperturista nei confronti dei sauditi rispetto alla precedente. E lo dimostra il report ufficiale che dovrebbe essere pubblicato oggi in cui i servizi Usa accusano il principe ereditario Mohammed bin Salman di essere stato personalmente coinvolto nell’omicidio del dissidente Jamal Kashoggi. Ne parla tra gli altri la Stampa, che racconta come anche la strategie sugli Accordi di Abramo prenderanno una nuova direzione. “Biden vuole preservarli, perché sono un risultato utile, ma intende cambiare linea. – scrive il quotidiano – Gli Usa hanno ribadito il ritorno convinto alla soluzione dei due Stati tra israeliani e palestinesi, e vogliono rientrare nel Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu, pur criticando la sua attenzione ossessiva contro lo Stato ebraico”.

Attanasio e Iacovacci, l’ultimo saluto. Si tengono in queste ore a Roma i funerali di Stato per l’ambasciatore Luca Attanasio e per il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi durante un agguato in Congo. Secondo la procura di Roma, che sta indagando sul caso, si è trattato di un tentativo di sequestro terminato tragicamente con un conflitto a fuoco. “Quando i kalashnikov hanno cominciato a sparare, – racconta Repubblica – il carabiniere Vittorio Iacovacci ha provato a reagire. Non è rimasto fermo. Forse ha anche tentato di fare scudo all’ambasciatore Luca Attanasio, in un estremo quanto vano gesto di protezione”.

L’addio a Gideon Meir. “Aprì le porte del suo Stato alla conoscenza del popolo italiano, conquistando stima e affetto che sono durati nel tempo”, così Antonello Capone, nella lettera inviata al Corriere, ricorda Gideon Meir, ambasciatore di Israele in Italia dal 2006 al 2011, scomparso di recente a 74 anni.

Odio e vaccini. Sul Corriere Milano il medico Sergio Harari riflette sui vergognosi attacchi indirizzati contro la senatrice Liliana Segre per essersi vaccinata contro il Covid-19. “A leggere gli odiosi messaggi circolati si fatica a capacitarsi dell’odio e dell’irrazionalità che li genera. Se è impossibile capire, preoccupa il montare di sentimenti di razzismo e antisemitismo perfino per una semplice vaccinazione”.

Daniel Reichel