Tutti insieme in un puzzle
Purim è la festa in cui si rovesciano le sorti. Quest’anno, poi, abbiamo assistito a un rovesciamento supplementare: non più, come fino a due anni fa, uscire per festeggiare e poi tornare a casa stanchi e magari un po’ brilli come vuole la tradizione, ma prima tornare a casa e poi festeggiare in compagnia degli altri, e magari anche vestirsi in modo buffo. Gli altri, nella ormai consueta forma zoom, erano tutti i gruppi, istituzioni e associazioni presenti nella Comunità ebraica di Torino che per l’occasione si sono coordinati per produrre un video di un’ora circa intitolato “puzzle di Purim”; qualche maligno potrebbe dire che anche coordinarsi senza litigi e polemiche è una forma di rovesciamento rispetto alla vita abituale della comunità; ma d’altra parte non si potrebbe essere così maligni da paragonare il puzzle al nostro attuale governo, perché, appunto, nel nostro caso la collaborazione tra i diversi gruppi e istituzioni è stata esemplare e per nulla litigiosa. E così, intervallati da passi della Meghillat Ester letti da ragazzi della scuola ebraica, nel video si sono alternati momenti seri (la lettera del 1940 di Rav Dario Disegni di cui si parlava in questa newsletter, una breve lezione di Rav Ariel Finzi) e momenti giocosi: fotografie dei Purim degli anni passati (vedere le persone stare vicine senza mascherina fa uno strano effetto), immagini, quadri, scenette, letture, canzoni. Non sono mancati gli spunti di attualità, come peraltro accade sempre con la Meghillat Ester, che ogni anno sembra essere stata scritta il giorno prima. Per esempio nelle scenette preparate dai giovani il re diviene l’amministratore di una riunione zoom che ha il supremo potere di ammettere ed espellere chi vuole. Una bellissima serata ma senza dubbio tutti ci auguriamo che il prossimo Purim si rovesci il rovesciamento e ci sia possibile tornare a vedere le persone tutte insieme e non in forma di rettangolini nei nostri computer.
Chag Purim sameach a tutti.
Anna Segre