Pensieri brevi
sul pregiudizio antisemita

A parte la riflessione sul passato più antico, con la segregazione nei ghetti, l’insegnamento del disprezzo, la svalutazione proiettiva e la demonizzazione i cui echi si conservano nelle sedimentazioni del linguaggio (un esempio il termine “fariseo”, utilizzato nel linguaggio figurato per indicare delle persone ipocrite che privilegiano la forma alla sostanza), che sono venute meno con l’affermazione del diritto all’uguaglianza e con l’emancipazione, una coerente riflessione contro il pregiudizio antisemita dovrebbe comportare una assunzione di responsabilità etica oltre che politica sulla sua pagina più tragica costituita dalle “Leggi razziali” del 1938 e ciò che è seguito, con le sue conseguenze devastanti sulla vita ebraica italiana e l’impoverimento morale, umano e civile che ne è seguito per la società italiana.

David Meghnagi, psicoanalista

(28 febbraio 2021)