Fotogrammi di memoria

Da vari anni il Liceo Classico Cavour di Torino ospita due sezioni di Liceo della Comunicazione, che è come dire una scuola particolarmente indirizzata nel settore dei media, volta cioè a favorire negli studenti una capacità di lettura e di produzione che permette loro di raggiungere, attraverso una crescente consapevolezza dell’uso dei giornali e di altri mezzi di comunicazione, uno sguardo più aperto e consapevole sul mondo contemporaneo e comunque sulla realtà del Novecento. Quando una brava insegnante di Storia e Filosofia ha chiesto a me e al collega Paolo Giacotto di riprendere a collaborare con la scuola dove abbiamo insegnato circa trent’anni, la risposta è stata immediatamente positiva. Il progetto in questione, dall’affascinante titolo “Fotogrammi di memoria”, nasce in realtà come proposta della Circoscrizione 4 in cui ha sede il Liceo. Non è infatti una circoscrizione qualunque, ma una zona in cui sono raccolti alcuni dei luoghi più significativi della seconda guerra mondiale a Torino: il grande rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento, il Sacrario del Martinetto ovverosia il poligono di tiro dove vennero fucilati i vertici della Resistenza subalpina, la Conceria Fiorio cioè uno dei luoghi più importanti per l’attività clandestina del CLN piemontese. Ebbene, l’idea è quella di formare due classi quarte perché possano realizzare documentari, docufilm o brevi film a soggetto sui luoghi, i personaggi, le storie della guerra e della Resistenza in questa parte di Torino. A guidare il lavoro, ancora agli inizi, non siamo certo noi vecchi docenti di storia, ma due professionisti nel settore della regia (Matteo Bernardini) e in quello della sceneggiatura (Manuela Michetti). Il nostro compito è quello di mettere le basi della conoscenza storica e di aiutare i ragazzi a ricostruire le vicende del quartiere durante la guerra e in particolare negli anni della Resistenza. E’ presto per dire quali saranno i risultati di un piano così ambizioso, ma credo vada segnalata la disponibilità di studenti e colleghi a mettersi in gioco, a fare storia in un modo creativo e moderno, formativo nella misura in cui sono gli stessi alunni a documentarsi, scegliere, interpretare i fatti. E tutto questo impadronendosi dei rudimenti del linguaggio cinematografico mediante l’uso di un semplice (si fa per dire) smartphone. Che ciò avvenga in un anno scolastico tormentato come l’attuale può forse stupirci, ma significa semplicemente che con tutte le difficoltà reali e pesanti di un andamento irregolare la scuola sa adattarsi con grande flessibilità alle esigenze di un periodo assolutamente incerto, senza rinunciare per questo ai suoi progetti educativi.
“Filmare la storia” è il titolo di un importante concorso indetto nelle scuole dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (ANCR). Filmare la storia significa rivivere-partecipare-ricreare; in una parola calarsi, con gli occhi di oggi, in una dimensione concretamente storica.
David Sorani

(2 marzo 2021)