Nuovo commissario anti-Covid La nomina del generale Figliuolo
Le prime pagine dei quotidiani italiani aprono sulla nomina del generale Francesco Paolo Figliuolo, dal 2018 comandante logistico dell’esercito, a nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Figliuolo andrà così a sostituire il commissario nominato dal governo precedente Domenico Arcuri. “Non ci sarà più un solo uomo al comando, come nel modello Arcuri, – scrive il Corriere, descrivendo il piano del governo Draghi – ma una sinergia totale fra struttura commissariale di Figliuolo, la Difesa e la Protezione civile, il cui nuovo capo Fabrizio Curcio è uno dei più grandi esperti in Italia di gestione delle emergenze”. Su Repubblica Francesco Bei guarda agli esempi dall’estero rispetto alla scelta di un generale. “Mai finora era accaduto che l’intero sistema che ruota intorno all’emergenza – scrive Bei – fosse affidato in toto a un generale. L’unico esempio calzante, escludendo i casi particolari di Israele e della Cina, è la strategia messa in campo dal neo presidente Joe Biden negli Stati Uniti. Appena insediatosi Biden ha capito che soltanto con l’efficienza e la prontezza operativa dell’Esercito sarebbe riuscito a mantenere la promessa di arrivare a 100 milioni di vaccinati in 100 giorni. È questo il modello che ha ispirato Mario Draghi, che si è trovato improvvisamente a far fronte in pochi giorni a una situazione di evidente affanno sia delle Regioni che della struttura commissariale”.
Prepararsi alla terza ondata. “Noi oggi viviamo quello che è successo 15 giorni fa. Il resto ce lo fa intuire il trend e tutti gli epidemiologi sono d’accordo sul fatto che nelle prossime due tre settimane la situazione peggiorerà. Noi medici possiamo fare solo una cosa: essere pronti”, così Stefano Centanni, primario di Pneumologia degli ospedali Santi Paolo e Carlo di Milano, al Corriere. Il primario sottolinea la necessità di accelerare sui vaccini, che stanno dando risultati “in Scozia, Inghilterra, Israele” dove “la riduzione dei contagi è importante”. Il suo suggerimento è “seguire la strada degli inglesi. Vaccinare subito il più ampio numero di persone possibile e poi ragionare”.
Conversioni e Legge del ritorno. L’Alta Corte di Giustizia d’Israele ha stabilito che le persone che si convertono all’ebraismo in Israele attraverso i movimenti Reform e Conservative devono essere riconosciute come ebrei ai fini della Legge del Ritorno, e hanno quindi diritto alla cittadinanza israeliana. In Italia lo riposta in una breve Avvenire, che segnala la contrarietà alla sentenza espressa dai due rabbini capo d’Israele. Il caso è iniziato 15 anni fa e i giudici hanno evidenziato di aver posticipato in precedenza la decisione per permettere allo Stato di gestire la questione. In assenza però di un provvedimento, la Corte ha ora deciso di intervenire.
Sport e cedimenti all’Iran. Il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha cancellato la sospensione dell’Iran dagli eventi internazionali di judo per il rifiuto di far combattere i suoi atleti contro avversari israeliani. Per il Tas, la Federazione internazionale avrebbe oltrepassato la propria autorità. E così il messaggio è che il regime iraniano potrà continuare a costringere i suoi atleti a non sfidare quelli israeliani, come accaduto a Saeid Mollaei. Solo che, come racconta il Messaggero, Mollaei ha per questo deciso di non rientrare in Iran. “Si è fatto accogliere da rifugiato politico dalla Germania e poi naturalizzare dalla Mongolia. Non solo, è diventato amico dell’israeliano Sagi Muki con cui non combatté”.
Democrazie hi-tech. “Allargare il G7 a paesi democratici e tecnologicamente avanzati per concordare una serie di misure che blocchino l’avanzata cinese in cinque settori-chiave: intelligenza artificiale, informatica quantica, telecom 5G, biotecnologie, sistemi di sorveglianza”, è il piano del Presidente Usa Joe Biden descritto da Repubblica oggi per contrastare l’influenza della Cina. Dieci sarebbero i paesi di questo nuovo blocco, tra cui Israele: “un paese all’avanguardia tecnologica – scrive Repubblica- ma che ha sempre curato i rapporti con Pechino”.
Rapporti con i sauditi. “Non sono solo gli elettori americani che stanno guardando strettamente se Biden mantiene le sue promesse. Amici e nemici in tutto il mondo monitorano con attenzione le sue azioni, giudicando la forza delle sue convinzioni e calcolando le circostanze in cui la convenienza potrebbe spingerlo a rinunciare ai nostri valori e abbandonarli”. Lo scrive Fred Ryan, editore del Washington Post, chiedendo a Biden di punire l’Arabia Saudita e il principe ereditario Mohammed bin Salman per l’omicidio di Jamal Khashoggi. Ne parla oggi il quotidiano la Stampa, che in un altro articolo traccia un legame tra il picco di esportazioni di armi dall’Italia durante il governo Renzi e le commesse arrivate da Riad. In un passaggio si legge che “la più grande autorizzazione all’export di bombe italiane è stata revocata dal governo Conte lo scorso 29 gennaio. Una decisione nata dalla mozione promossa dalle parlamentari della commissione Esteri della Camera, Yana Chiara Ehm (M5S) e Lia Quartapelle (Pd), che chiedeva non solo di revocare le licenze in essere per bombe e missili destinate all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi, ma anche a mantenere la sospensione della concessione di nuove licenze. La revoca del 29 gennaio ha cancellato la fornitura per oltre 12.700 ordigni”.
Politically correct. Su Repubblica Michele Serra riflette sul libro di Guia Soncini L’era della suscettibilità (Marsilio), dedicato al limite del diritto di sentirsi offesi. “Alcune di queste reazioni sono così smodate, assurde, fuori contesto, in una sola parola stupide, da mettere a rischio l’intera impalcatura del politically correct. Soprattutto nella sua applicazione americana la lodevole intenzione originale, che era evitare l’uso di espressioni che possano offendere specifici gruppi umani, minaccia di generare, anzi ha già generato, una sorta di nuovo maccartismo”, scrive Serra. Del tema del politicamente corretto parla anche il semiologo Ugo Volli che, intervistato dal Foglio, afferma che in Italia il problema è diverso rispetto agli Usa. “Il meccanismo da noi è un altro: il consolidarsi di gruppi di potere, l’esclusione di chi non vi appartiene e non si adegua al linguaggio del gruppo”.
No-vax e antisemitismo. Un cinquantenne di Massa Carrara è indagato per diversi reati fra cui istigazione a delinquere e a disobbedire alle leggi, e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Sui suoi profili social incitava a bruciare le mascherine, fare azioni contro il Presidente della Repubblica e la polizia, usando anche un linguaggio chiaramente antisemita.
Lettere. Parlando dell’obbligo di pagare le tasse, un lettore del Corriere fa un paragone delirante tra evasori fiscali ed ebrei. “La fermo perché mi pare che da un ragionamento che non condivido lei stia passando al delirio. – la replica di Aldo Cazzullo – Migliaia di ebrei italiani innocenti furono deportati nei lager. Qui nessuno vuole deportare qualcuno; si tratta semplicemente di far pagare le tasse a chi non le paga”.
Daniel Reichel