La democrazia in America
Il ritorno sulla scena politica di Donald Trump con il discorso tenuto a Orlando in Florida il 28 febbraio non sembra aver suscitato reazioni adeguate. Eppure l’ex Presidente ha ripetuto senza variarle le accuse di brogli rivolte ai democratici, invitando anzi i suoi sostenitori a battere i democratici “per la terza volta” nel 2024. Non solo, ma Trump ha anche deluso le aspettative di chi prevedeva che avrebbe dato battaglia abbandonando il Partito repubblicano e mettendo in piedi un suo partito personale. Trump ha dimostrato di aver capito benissimo due cose: che il sistema elettorale americano imperniato su due partiti è così radicato che chiunque volesse infrangerlo è destinato alla sconfitta; e che il Partito repubblicano, sotto la spinta dello stesso Trump, si è profondamente modificato e non può più essere considerato un semplice partito conservatore come lo era tradizionalmente e come era rimasto ai tempi delle presidenze Reagan e dei due Bush.
Il rifiuto dei metodi eversivi messi in campo da Trump e culminati nell’assalto del 6 gennaio a Capitol Hill sembra aver toccato solo superficialmente il corpo del Partito repubblicano. Che cosa sia oggi il Partito repubblicano è difficile dire se è capace di assorbire senza troppi traumi un evento così sconvolgente come è stato l’assalto a Capitol Hill.
D’altra parte anche il futuro a medio termine del Partito democratico non è chiaro. Il fattore età giocherà un ruolo decisivo quando tra tre anni si deciderà chi contrapporre al candidato repubblicano, che a questo punto è possibile sia di nuovo Trump. D’altra parte la candidata che potrebbe imporsi, l’attuale vicepresidente Kamala Harris, pur non potendo essere accusata di estremismo, dovrà inevitabilmente fare i conti con il doppio condizionamento di genere e di etnia. Questa situazione potrebbe risolversi con un grande balzo in avanti della democrazia americana che potrebbe sconfiggere i fantasmi sia del razzismo che dell’eversione. Ma potrebbe anche innescare uno scontro senza precedenti che metterebbe a rischio le stesse fondamenta della democrazia americana.
Valentino Baldacci
(4 marzo 2021)