Setirot – Giusti

Tra due giorni, il 6 marzo, si celebrerà la Giornata europea dei Giusti, proclamata nel 2012 dall’Europarlamento per iniziativa di Gariwo e dal 2017 legge italiana votata dal Parlamento e firmata dal Presidente Mattarella. L’intento era ed è quello di estendere – estendere, non sostituire o sovrapporre – il concetto di Giusto tra le nazioni (i non ebrei che durante la Shoah, disinteressatamente e a loro rischio e pericolo, salvarono la vita agli ebrei) a chi per mettere al riparo qualcuno sfidi genocidi e totalitarismi esponendosi a ritorsioni e morte. Penosamente, immancabilmente, con l’avvicinarsi di questa data, anniversario della scomparsa di Moshe Bejski, il magistrato israeliano sopravvissuto allo sterminio ed ex presidente della Commissione dei Giusti dello Yad Vashem di Gerusalemme, c’è chi si mette d’impegno per tramutare in rissa qualcosa che dovrebbe assolutamente essere invece fonte di positività e di insegnamento – il Bene contro il Male. Insegnamento mai tanto necessario come in questi tempi di negazionismo e razzismi.
Se comunque ci fosse stato qualche dubbio sulla buona fede e sulla correttezza di Gabriele Nissim e di Gariwo, ecco scendere in campo Mordecai Paldiel, dal 1984 al 2007 direttore del Dipartimento dei Giusti proprio a Gerusalemme. Ed ecco che non solamente Paldiel ribadisce come centro del suo pensiero l’importanza di onorare i non-ebrei che salvarono gli ebrei durante la Shoah e di considerare queste gesta modelli straordinari di comportamento umano, ma insiste nel ribadire l’idea di onorare coloro che hanno salvato vite umane negli altri orrori della storia e in regimi sanguinari e tirannici. Proprio per questo, dice Paldiel, il nostro modello educativo per le nuove generazioni deve essere quello dei Gardens of the Righteous Worldwide, «con l’impegno di crearne uno a Washington insieme al Museo della Shoah».

Stefano Jesurum

(4 marzo 2021)