Il dossier di Pagine Ebraiche
Un anno di Covid
“Svolta italiana sul digitale,
ma la strada è ancora lunga”

Dall’inizio della pandemia circa 2,5 milioni di italiani che non ne facevano uso si sono affacciati sul web per effettuare acquisti di beni e servizi. Il totale degli italiani che acquistano online è così salito a 27 milioni di unità.
Il dato è stato fornito da Netcomm, punto di riferimento in materia di e-commerce e retail digitale nel panorama nazionale e internazionale. Una delle realtà più autorevoli per inquadrare l’andamento del settore. “Intrattenimento, salute, benessere. Ma anche tutto quel che orbita attorno alla didattica a distanza. Da fuori molto è entrato dentro. L’acquisto, sempre più, si fa in casa” sottolinea il suo presidente Roberto Liscia. L’emergenza sanitaria ha segnato, in questo senso, un punto di svolta. “Molte piccole imprese – afferma Liscia, in passato Consigliere della Comunità ebraica di Milano e a capo della sua task force sulla scuola – hanno capito che il digitale non era un nemico, ma un alleato. Dal ristoratore al farmacista al fruttivendolo: questa nuova consapevolezza si è diffusa a tutti i livelli”.
Tre, dice Liscia, sono state le tipologie di accesso al web: la messaggistica diretta, le piattaforme di delivery, ma anche la scelta effettuata da molti di attrezzarsi con un proprio sito di commercio elettronico. “I segnali sono in generale positivi”, commenta il presidente di Netcomm. Che vede però l’Italia ancora in forte ritardo, sull’uso intelligente del web e delle sue potenzialità, rispetto ad altri Paesi. Una forbice che resta ampia e che neanche l’esigenza di un cambiamento radicale dopo il primo
lockdown ha colmato.
“È – osserva – un gap di natura cognitiva. E che finisce purtroppo per ripercuotersi in modo evidente su altre questioni vitali come l’accesso alla formazione, la scolarità. Sul lungo termine sono ottimista, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Bene ha fatto il nuovo governo a nominare nella sua squadra personalità d’eccellenza, che in questo campo la sanno lunga”.
Tra i modelli da seguire Liscia indica Israele. “Nel gennaio dello scorso anno – racconta – ero all’ambasciata israeliana a New York, per un incontro con alcune start-up. È stato molto istruttivo e affascinante. Tra le altre ve n’era una che si occupa di intelligenza artificiale e che, in questo settore, sta facendo cose incredibili. Il fermento tecnologico di Israele ha permeato davvero tutti i gangli della società”.
Netcomm da tempo ha indicato come imprescindibile la strada della formazione. “Cerchiamo anche noi – dice Liscia – di dare un contributo. Facciamo molte attività e webinar, occupandoci di temi molto diversi tra loro. Una conferma di quanto questa sfida sia trasversale e decisiva per il Paese”.
Tra le iniziative recenti l’evento digitale “Porta il tuo Negozio Online”, con Netcomm che nell’occasione ha messo a disposizione di tutti i commercianti contenuti formativi gratuiti. “L’eCommerce – ricordava allora Liscia – si sta configurando sempre più come un vero e proprio distretto digitale, una filiera del valore che coinvolge venditori, piattaforme online, operatori di logistica: si pensi che solo nel 2019 sono 678mila le imprese che fanno parte di questa rete e oltre 290mila i lavoratori”.
Non si tratta di scegliere tra fisico e digitale, proseguiva, “ma di integrare i servizi più tradizionali con strumenti e canali di vendita digitali, andando incontro alla domanda di consumatori alla ricerca di un’esperienza di acquisto sempre più personalizzata e omnicanale.”

Adam Smulevich – Pagine Ebraiche marzo 2021