La luna e il sole
All’inizio di ogni mese noi diciamo una benedizione in cui tra l’altro affermiamo:
Sia gradito davanti a te Signore, mio Dio e Dio dei miei padri, riempire il difetto della Luna, e che non ci sia nessuna diminuzione, e che la luce della Luna sia come la luce del Sole e pari alla luce dei sette giorni della creazione, così come era prima della che sua diminuzione, come è detto “I due grandi luminari”, e si realizzi per noi il testo che dice “Cercheranno il Signore loro Dio e il loro re Davide, Amen”.
Cosa c’entra la diminuzione della Luna con il Re Davide? Questo non è l’unico punto in cui ricordiamo il Re David nella Benedizione per la Luna. Noi diciamo per tre volte: “David Re d’Israele è vivo e permanente”.
Cosa è quella misteriosa diminuzione cui è stata sottoposta la Luna e che in futuro sarà riempita? Qual è il rapporto tra i due concetti?
Il processo della colpa commessa dalla Luna viene così descritto dal Talmud (Chullin 9a):
“Rabbi Shimon ben Pazì obietta: È scritto ‘Dio fece i due grandi luminari (Genesi 1, 16) ed è scritto: Il grande luminare per dominare di giorno e il piccolo luminare per dominare la notte. Disse la Luna di fronte al Santo, benedetto sia, È possibile che due re possano fare uso di una stessa corona’. Le rispose: va’ e diminuisci te stessa!”.
Il testo non dice quale sia stata la punizione della Luna, cioè qual era la sua situazione quando fu creata e cosa cambiò dopo il peccato. Il commento Etz Yosef (Shevuot 9a) scrive:
Prima delle sue proteste la Luna emanava luce tanto quanto il sole, ma dopo la sua protesta la sua luce si indebolì. Inoltre se la Luna non avesse protestato, sarebbe stata sempre Luna piena come il Sole.
Ne deduciamo che le punizioni sono state due:
1) La sua luce si è indebolita;
2) la Luna è piena solo una volta al mese e non tutto il mese come il Sole.
Secondo Anaf Yosef la punizione consiste nel fatto che la Luna e tutti i pianeti persero la loro qualità di illuminare gli altri e non vissero più di luce propria. Ma se la Luna doveva essere punita, perché le fu sottratta anche la luce propria?
1) La Luna avrebbe dovuto essere semplicemente rimpicciolita, ma non avrebbe dovuto perdere anche la sua luce propria: quindi perché non chiediamo piuttosto che venga restituita alla Luna la sua luce originaria?
2) Cosa c’entra il Re Davide con la diminuzione della Luna?
I Maestri danno un’altra ragione al rimpicciolimento della Luna: il motivo è che, in seguito alla protesta della Luna, Dio concesse alla Luna di “dominare sia di giorno che di notte”, questo in contrasto con quanto già deciso e cioè che la Luna fosse presente e dominasse solo di notte.
A chiarimento di quanto accadde, troviamo nel Midrash:
“Ha detto Rabbi Pinchas … il Santo, b.s. disse: Portate per me un sacrificio di espiazione perché ho sminuito la Luna, perché sono io che ho causato il fatto che la Luna sia entrata nell’ambito del suo compagno (il Sole). Se il testo colpisce chi è entrato con un permesso, tanto più questo accadrà a chi entra senza permesso” (Bereshit Rabbà VI, 3).
II fatto che la Luna si sia intromessa in un ambito che non era di sua competenza non può essere considerata come colpa della Luna: in fondo è Dio che ha commesso una “colpa” e per questo chiede sia presentato un sacrificio di espiazione, un sacrificio che serva ad espiare la colpa di Dio e non quella della Luna.
In Pirkè de Rabbi Eliezer (6, 1) non si parla di colpe commesse dalla Luna:
“Dio creò due grandi luminari: scoppiò tra i due luminari una competizione – uno diceva io sono più grande di te e l’altro diceva io sono più grande. Cosa fece Dio: ingrandì uno e lo mise a dominare il giorno (cioè il Sole) e rimpicciolì l’altro – e questa è la luna. Inoltre viene detto che il Signore non si accontentò di rimpiccolire uno dei luminari, ma ingrandì l’altro.
Non è quindi chiaro quanto affermato in Chullin: non si capisce in cosa consista la “diminuzione” di cui parla il Talmud. Anzi, dal linguaggio usato in Pirkè deRabbì Eliezer sembra che i due luminari siano rimasti grandi e pieni della loro luce.
Rav Kuk dà un’altra spiegazione ampliando lo sguardo sulla storia della creazione (Oroth hakodesh (6, 1), sostenendo che tre elementi avevano peccato: l’uomo, la Terra e la Luna.
1. Il primo uomo: egli perse la ragione e seguì ciò che gli diceva il serpente e quando Dio lo interrogò chiedendogli Adamo dove sei?, lui non seppe rispondere chiaramente, ma addossò la colpa alla donna.
2. La Terra: questa aveva fatto frutti, ma il loro sapore non era uguale a quello degli alberi che lo avevano prodotto.
3. La Luna: questa aveva perso il senso di quella che era la sua specificità.
Rav Kuk pone l’accento sul fatto che ognuno di questi tre elementi aveva perso il senso della sua funzione: la Luna, alla ricerca di un onore che non era destinato a lei, aveva perso il senso del suo compito e della sua funzione. Alla Luna era stato destinato il compito di illuminare gli altri con una luce riflessa e non con una luce propria. La Luna riceve la sua luce dal Sole e illumina gli altri e non si ribella più a svolgere questa sua funzione: la Luna è quindi il simbolo della Irat Shamaim del timore del Cielo perché accetta il suo compito senza più protestare.
Ogni luminare, quindi, è grande nella propria sfera d’azione: il Sole ha luce propria e la luna recepisce e fa propria la luce riflessa e la trasmette agli altri. La Luna ha ricevuto un compito molto alto, come dice Rabbi Yochanàn; è lo strumento per stabilire i mesi, gli anni e la data delle feste, e questo non è davvero poca cosa: leggiamo nel Salmo 104 Fece la luna per stabilire le feste (Sefer Hatoda’à, Rosh Chodesh pag.146)
Dobbiamo a questo punto cercare di capire qual è la relazione tra il re David e la Luna.
Il Re David visse 70 anni che gli erano stati donati da Adamo: egli visse 930 e non 1000 anni come previsto se non avesse trasgredito l’ordine di non mangiare i frutti dell’albero della conoscenza. Quegli anni di vita non erano quindi mai appartenuti ad Adamo. Come per la Luna, Davide deve mettere i suoi anni a disposizione degli altri per svolgere un servizio. Il Re David, come la Luna, non viveva di “luce propria”.
Nel mondo delle Sefirot – le emanazioni divine – la sefirà di Malkhut ha lo scopo di trasmettere al Mondo tutta la propria forza luminosa, ricevuta dalle sfere superiore: Israele è una manifestazione del Malkhut ed ha la funzione di ricevere la luce e di trasmetterla al mondo. Israele deve riconoscere che tutta questa forza luminosa non è dovuta ai propri meriti, ma a un dono che gli viene dall’Alto. Come Davide non aveva vita propria, anche la Luna non può risplendere di luce propria, ma accetta umilmente di essere il veicolo attraverso cui passa il messaggio divino.
Secondo Rav Kuk quindi la colpa della Luna è stata solo quella di non aver accettato all’inizio il ruolo che le era stato assegnato, un ruolo ritenuto non meno importante di quello attribuito al Sole: riflettere la luce divina è una funzione nobile, in definitiva la più nobile per la caratteristica che presuppone la disponibilità a lasciare spazio agli altri e, soprattutto, a riconoscere che esiste una realtà superiore che deve essere trasmessa al Mondo. La venuta del discendete del Re David, il Messia, potrà accadere solo quando ognuno riconoscerà il proprio ruolo e non andrà alla ricerca di funzioni che esulano dalle sue caratteristiche.
In sintesi …
La colpa della Luna non è stata quella di volere essere al di sopra del Sole, ma il fatto di essersi opposta a se stessa, a non volere accettare la propria individualità ed identità. Questo ci riporta all’uomo che, ispirandosi alla Luna, deve essere appunto pronto a svolgere la propria funzione e non a cercare cose che lo allontanano dalla propria personalità. Questa è la radice delle colpe dell’uomo, quando si allontana dalla propria identità e diventa incapace di rispondere alla domanda di quale sia il suo ruolo e non è pronto a prendere esempio dalla Luna.
Alla fine di questo breve studio non possiamo non cercare di capire quale sia il senso di questa storia. Ogni persona può emanare una luce e dipende dalla sua capacità di capire quanto questa luce sia dovuta alla sua capacità di creare e di produrre luce, e quanta luce ha assorbito dalle generazioni precedenti e da quella in cui opera. La modalità di assorbire e di averne consapevolezza è fondamentale per potere poi trasmettere ad altri la propria forza luminosa.
Il popolo d’Israele ha messo al centro della propria esperienza l’idea della Irat Shamaim, la consapevolezza che siamo qui a fare un servizio e che in fondo lo stesso Mosè, con tutto ciò che ha fatto e trasmesso, vien chiamato alla fine dei conti “servo del Signore”.
Israele è paragonato alla Sefirà di Malkhut (regalità) e paradossalmente ha la funzione “regale” di trasmettere l’idea che siamo qui per fare un servizio. L’errore della Luna è stato non tanto quello di volere brillare di luce propria, ma di volersi estraniare da quella che era la sua missione.
Il Mondo potrà superare le proprie mancanze e i propri difetti, se ognuno – la Luna e l’uomo in primis – saprà svolgere il compito che gli è stato affidato. Allora non ci saranno “diminuzioni” né per la Luna, né per ogni persona che svolgerà con passione e come servizio il proprio ruolo.
Rav Scialom Bahbout
(In ricordo di Ghila Avigail Bahbout D’Angeli z.l.)
(9 marzo 2021)