Ticketless – Achille Lauro

Come ogni anno ho dato un’occhiata a Sanremo, per l’allegria che suscita in me Fiorello, il migliore erede della teatralità italiana: fa sempre piacere ascoltarlo. Però quest’anno la visione del Festival è stata funestata da da una domanda che non ho cessato di pormi e giro ai lettori. Perché non ci decidiamo a rinfacciare al baroccheggiante Achille Lauro l’infelicità della scelta del nome d’arte che incauto s’è dato? Osservando i suoi fantasmagorici travestimenti qualcuno prima o poi, per davvero, non per scherzo, qualcuno non potrebbe far balenare dietro di lui, come se fosse l’ombra di Banquo, il fantasma di Leon Klinghoffer?

Alberto Cavaglion

(10 marzo 2021)