Dopo la pandemia,
una società solidale
Dalla necessità di comunicare correttamente le informazioni scientifiche al dialogo con il paziente, dall’etica legata alla scelta di vaccinarsi alla costruzione di una società inclusiva. Tanti gli spunti emersi nel corso del convegno internazionale “Insieme per una società libera dalla pandemia”, organizzato da Rotary per Milano Covidfree, con esperti provenienti da tutto il mondo e nei campi più diversi. “La sfida principale è quello di attraversare questo tempo, guardando con lo sguardo alto verso gli orizzonti futuri, collaborando e mettendo a sistema le diverse competenze. Non disperdiamo il patrimonio di conoscenze e cooperazioni costruito in questo difficile momento” ha sottolineato in apertura di convegno la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo. Tra le molte voci presenti nell’articolato programma, da Israele il vicerettore della facoltà di Scienze per la Salute dell’Università Ben Gurion Nadav Davidovitch e la docente di Farmacologia e Immunofarmacologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme Francesca Levi-Schaffer. “L’auspicio – ha evidenziato in conclusione proprio Levi-Schaffer, raccontando brevemente dell’esperienza israeliana – è che da questa tragica pandemia si possa raccogliere una lezione da trasmettere alle generazione che verrano, sull’importanza della collaborazione scientifica, ma anche quotidiana. Sulla necessità di tutelare gli aspetti etici e religiosi, sul valorizzare il rispetto reciproco”. Nel corso del convegno, gli intervenuti sono stati divisi in otto gruppi di studio che si sono confrontati su diverse tematiche legate all’emergenza sanitaria. In particolare, a intervenire nel panel dedicato a come comunicare in pandemia è stato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara. “Per costruire la fiducia,- ha evidenziato Mortara, richiamando gli inviti dell’Oms sul come spiegare al pubblico tutte le informazioni legate al virus e ai vaccini – gli interventi di comunicazione del rischio dovrebbero essere collegati a servizi funzionanti e accessibili, essere trasparenti, tempestivi, di facile comprensione. Le agenzie governative e i partner attuatori devono formare, impiegare e pagare funzionari dedicati ai social media al fine di costruire relazioni con le parti interessate e utilizzare i social media in modo coerente per creare fiducia e credibilità prima, durante e dopo le emergenze. Il rischio non dovrebbe essere spiegato in termini tecnici, ma in maniera semplice ed efficace per consentire alle persone maggiormente esposte di comprendere e adottare comportamenti protettivi”. Secondo Alberto Scanni, medico e corelatore assieme a Mortara, i punti principali da rispettare in questa situazione di crisi, validi per giornalisti, scienziati, autorità, sono tre: “responsabilità, prudenza, sobrietà”. Responsabilità è stato anche uno dei temi principali del gruppo “Interrogativi etici in prospettiva globale e personale”, coordinato dalla presidente dell’Associazione medici ebrei Rosanna Supino. In questo ambito, la declinazione della responsabilità è relativa alla vaccinazione. “Io mi devo vaccinare non solo per il mio bene, ma anche per quello della società in cui vivo. Dobbiamo ricordarci – ha evidenziato Supino – che se è pur vero che abbiamo un diritto alla salute, è ancora più vero che abbiamo il dovere di tutelare la salute di tutti e così tuteleremo anche la nostra”.
In conclusione il vice prefetto della Biblioteca Ambrosiana Pier Francesco Fumagalli ha richiamato l’importanza della solidarietà interna alla società e tra paesi. A riguardo, Fumagalli ha portato il significativo esempio dell’immagine della bandiera italiana proiettata sui muri di Gerusalemme nel corso della prima terribile ondata della pandemia.