Meis, la Regione Emilia-Romagna entra in Fondazione
La Regione Emilia-Romagna entrerà come ente partecipante nella Fondazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara (Meis). È quanto ha deciso la Giunta regionale in un provvedimento normativo che ora attende solo la conferma da parte dell’Assemblea regionale. Un ingresso che, scrivono il presidente della Fondazione Meis Dario Disegni e il direttore del Museo Amedeo Spagnoletto in una nota congiunta, contribuirà a rafforzare il futuro dell’istituzione. “Ringraziamo sentitamente il Presidente Stefano Bonaccini, l’Assessore alla Cultura Mauro Felicori, l’Assessore al Bilancio Paolo Calvano e l’intera Giunta regionale per questa significativa manifestazione di profonda fiducia nel MEIS, nei valori dei quali il Museo è portatore e nella sua funzione educativa. – affermano Disegni e Spagnoletto – Ci sarà da ulteriore stimolo nella prosecuzione del nostro lavoro con consapevolezza e senso di responsabilità, per programmare nuove mostre, iniziative culturali, progetti educativi indirizzati alle scuole di ogni ordine e grado, nonché per intensificare la collaborazione con tutte le realtà che condividono con noi i valori della memoria, del rispetto e della fratellanza fra i popoli”.
La Regione andrà così ad affiancare all’interno della Fondazione Meis, il Ministero della Cultura, il Comune di Ferrara, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea.
“Oggi più che mai abbiamo ritenuto necessario, entrando nella Fondazione, esercitare un maggior e concreto impegno – le parole del presidente Bonaccini e dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori – per un luogo come il Meis che non vuole essere, fin dai presupposti, solo un museo ma spazio per favorire il dialogo, il confronto e per investire sulla pace. Un luogo da vivere, dove incontrarsi, per stimolare confronti, dialoghi e proporre esposizioni. Quando le generazioni passano e i superstiti si estinguono sono le comunità civili nella loro interezza a dover divenire testimoni del tempo: diffondere la cultura della memoria è un grande investimento per la pace e la tolleranza nel futuro”.