Oltremare – Mascherine
Nahman Ash ha passato mesi a comparire in conferenze stampa con faccia triste e tesa e il colorito in bianco e nero, e per la prima volta in questi ultimi giorni lo vediamo un filo più colorato e persino sorridente. Per dire, fino a ieri non avevo mai visto che ha una dentatura di quelle che si vedono anche dalla luna e degli occhi azzurrissimi. Essere lo “zar”, cioè il responsabile per la gestione della crisi Corona non è un mestiere facilissimo, e ne abbiamo passati altri di zar in questo lunghissimo anno. Perciò vederlo in televisione che sorride e sospira con evidente sollievo sta causando un’onda di sospiri di sollievo in tutto il paese, anche se ancora sotto le mascherine. Insomma, pare che Pesach si possa festeggiare con cene fino alle 20 persone (l’anno scorso eravamo tutti chiusi ciascuno nella propria casa), e che se si arriverà all’estate con un continuo aumento di vaccinati raggiungendo i sette milioni su oltre nove milioni di cittadini si potrà perfino annunciare il ritorno alla normalità.
Ora la normalità nessuno sa più bene cosa sia, ma io intanto ho fatto la scoperta entusiasmante che le mascherine azzurre, quelle che si stanno depositando a milioni sui fondali dei nostri oceani, quelle cui si dovrebbero tagliare i fili prima di buttarle nel cestino, perché siano meno pericolose per la natura e si aggrappino meno a qualunque animale si muova su terra o per mare, bene, quelle mascherine sono utilissime per fare in serenità le pulizie di Pesach.
Capisco che saremmo stati tutti meglio senza, ma almeno potremo in un futuro fare un uso creativo di tutte le mascherine che abbiamo comprato e messo in ogni possibile anfratto di casa perché non mancassero mai. Un pacchetto in un cassetto della cucina, uno in quello dei calzini, uno in macchina, uno nel mobiletto del bagno, uno in ogni stanza o quasi.
E la cosa bella sarebbe, alla vigilia di Rosh Hashana, se davvero avremo fatto i bravi e avremo debellato questa pandemia, prenderne un po’ da ogni nascondiglio e fare un bel falò liberatorio di mascherine. Considerando che noi buoni ebrei amiamo il concetto di falò e ne facciamo già non pochi durante l’anno, fra Lag Baomer e il chametz di Pesach, e senza contare i barbecue di Yom Hatzmaut e di ogni altra occasione festosa, non sarà difficile aggiungere un altro fuocherello ai rituali.
Intanto accontentiamoci di usare tutte le mascherine necessarie per pulire a fondo la casa prima di Pesach senza attacchi d’asma e colpi di tosse, e speriamo in bene.
Daniela Fubini
(15 marzo 2021)