Un anno di Covid
Il dossier di Pagine Ebraiche
“Dopo la maturità un futuro incerto”
“Quello alle spalle è stato un anno molto molto complicato. I mesi del lockdown mi sono serviti per stare in famiglia e concentrarmi sullo studio, seppur a distanza. Forse grazie al mio carattere sono riuscita ad affrontare bene tutta la situazione” dice a Pagine Ebraiche Marta Sinigaglia, studentessa del Liceo linguistico della Comunità ebraica di Milano. Nel marzo dello scorso anno, racconta, ha perso il padre Giorgio. Un lutto che ha stretto attorno a lei e alla sua famiglia tutta la Comunità milanese. “La mia esperienza è stata diversa dalle altre. Avevo bisogno di stare a casa, anche dal punto di vista emotivo. E per quello seguire a distanza le lezioni mi è stato d’aiuto”.
Poi la sua riflessione si apre sull’intera situazione della didattica a distanza. “In generale è una condizione che ha i suoi pro e i suoi contro: si possono ottimizzare meglio i tempi, non ci sono spostamenti e io mi trovavo con più tempo per studiare nel pomeriggio. Dall’altro lato, era molto più facile distrarsi, non essendo in classe, ma davanti a un computer nella propria stanza. Stando a casa, con tutta la famiglia attorno, perdere la concentrazione non era così difficile. E anche per i professori cercare di far mantenere a tutti l’attenzione da dietro uno schermo è stato un compito complicato”.
Oggi in quinta liceo e con la fine del percorso scolastico ormai all’orizzonte, Marta sottolinea come per lei e per i suoi coetanei questa esperienza sia stata una prova di maturità. “Ciascuno era ed è responsabile del proprio tempo e di impegnarsi a seguire, nonostante tutte le distrazioni di cui parlavo. Io ho sempre cercato di farlo perché alla fine non conviene sprecare le ore di lezione”. Poi con grande sincerità spiega di aver cambiato idea su un punto. “Finché ero in quarta pensavo che avrei preferito fare un maturità difficile, ma poter vedere i miei amici, piuttosto che il contrario. Ora che si avvicina la mia di maturità penso l’opposto”.
Il rientro a scuola dopo i mesi di lockdown è “stato molto strano: soprattutto rivedere i corridoi, gli spazi, dopo aver passato il tempo in una stanza. Una bella sensazione. E le dinamiche di classe si sono ricostruite quasi subito: le battute, le chiacchiere tra una lezione e l’altra, il confronto tra compagni”. Il tono di Marta nel corso di tutto il colloquio è molto deciso e sicuro, però sul suo futuro rimangono molti punti di domanda. “Non so ancora cosa fare dopo la maturità. Forse servirebbe anche qui in Italia una figura che aiuti gli studenti ad orientarsi come penso ci sia negli Stati Uniti. Inoltre in questa situazione tutta in bilico a causa della pandemia, se anche uno volesse andare in Israele si fa molte più domande. La sensazione è che non si possano fare molti piani per il futuro”.
d.r – Dossier “Un anno di Covid”, Pagine Ebraiche marzo 2021
(15 marzo 2021)