Piano vaccini, uno stop che pesa

Prime pagine dedicate oggi alla decisione di sospendere in via precauzionale in alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Si attende il giudizio dell’Agenzia europea dei medicinali, che dovrebbe arrivare giovedì, sui casi di trombosi verificatisi in persone che avevano ricevuto il vaccino. “L’evidenza scientifica di un nesso causa – effetto, al momento non c’è”, ha evidenziato il presidente dell’Aifa Giorgio Palù al Corriere della Sera. Il quotidiano presenta inoltre un quadro della sicurezza dei vaccini: “ Nel Regno Unito AstraZeneca è stato somministrato a più di 10 milioni di persone. Quello che riporta l’agenzia regolatoria inglese è che ci sono stati 270 morti nei giorni successivi alle vaccinazioni. Dopo le relative indagini, si è stabilito che nessun caso fatale fosse associato alla vaccinazione. In Israele hanno iniettato quasi 18 milioni di dosi Pfizer e i risultati sono stati analoghi. I vaccini sono ritenuti molto sicuri”.

Israele e il ritorno alla normalità. Gli israeliani sperano di essersi lasciati alle spalle i lockdown. Lo sottolinea il Financial Times, raccontando l’atmosfera che si respira in Israele dove oltre la metà della popolazione è stata vaccinata contro Covid-19 (prima dose 56%, seconda 46%). “Le nuove infezioni sono scese al 3%, gli ospedali si stanno svuotando e gli epidemiologi sono cautamente ottimisti. Se le nuove varianti che sfidano il vaccino possono essere tenute a bada, Israele potrebbe essere la prima nazione a domare la pandemia e ad aprire la sua economia per sempre”, scrive il quotidiano britannico. In Italia, il Giornale si spinge ancora più in là e titola “Israele festeggia la sconfitta del virus”, facendo un quadro delle riaperture. “Già si progetta l’eliminazione delle maschere ed è permesso, all’aperto, riunire cento persone. Al ristorante e al teatro si progetta la verifica rapida per chi non ha patente (il Green pass per gli immunizzati). Gli aeroporti sono ancora semichiusi, ma in Grecia, a Cipro e in Georgia si può andare in vacanza”.

Lavoro e vaccini. A richiamare l’esempio israeliano, anche l’imprenditore Luciano Balbo su Domani. “Chi non si vaccina è un pericolo. Per questo non può avere le stesse libertà di tutti gli altri”, scrive Balbo, aggiungendo che in in Israele “si stanno preparando leggi che limitano i diritti delle persone non vaccinate anche nel mondo del lavoro”.

Myanmar a rischio guerra civile. Continuano le proteste e gli scontri in Myanmar, dove decine di migliaia di manifestanti contestano il golpe dell’esercito. E, scrive Repubblica, il rischio di una guerra civile è vicino. “Nella seconda domenica di sangue che ha visto almeno altre 38 vittime -138 dall’inizio della rivolta – con una stima probabilmente al ribasso, è stata la periferia industriale dell’ex capitale Yangon a registrare il maggior numero di vittime. – racconta il quotidiano – La repressione particolarmente violenta è stata la probabile conseguenza di un significativo e volutamente provocatorio gesto di sabotaggio contro alcune aziende cinesi di abiti di moda e scarpe date alle fiamme”.

Donne e diritti. Sul Corriere sono richiamate le manifestazioni contro la violenza sulle donne andante in scena da Londra a Sydney. “Enough is enough”, uno degli slogan di una manifestazione organizzata nella capitale inglese dopo l’omicidio di Sarah Everard, la trentatreenne che lo scorso 3 marzo era stata rapita e uccisa mentre tornava a casa. Un caso che “segna un momento di svolta” per la Gran Bretagna che “sente il bisogno di un cambiamento radicale” sul fronte della tutela delle donne. Diverso tema, ma con al centro le donne, quello scelto dal Corriere per la prima pagina: il quotidiano mette infatti in evidenza come gli ultimi Grammy siano andati per lo più ad artiste donne: “I Grammy 2021, gli Oscar della musica, premiano le donne che per la prima volta vincono tutte le categorie principali”.

Segnalibro. Spiata dalla Fbi di Hoover per le sue idee antirazziste e a favore dell’emancipazione femminile, Eleanor Roosevelt (moglie di Franklin Delano) è un personaggio poco conosciuto dal grande pubblico. A fare luce sulla sua biografia, il volume presentato oggi da Paolo Mieli sul Corriere Eleanor Roosevelt. Una biografia politica (Il Mulino) di Raffaella Baritono. “Nella seconda metà degli Anni Trenta, contro il razzismo antisemita hitleriano, la moglie di Roosevelt – racconta Mieli – si batté per l’approvazione di una legge che consentisse a ventimila bambini ebrei tedeschi di essere accolti da famiglie americane”.

Arte restituita. La Francia restituirà ai discendenti alla famiglia di Nora Stiasny, vittima dei nazisti, un quadro di Klimt che le era stato sottratto nell’agosto del 1938 e che oggi si trova al Museo d’Orsay. Al momento, il quadro – “Rosiers sous les arbres” – è inalienabile, perché appartiene alle collezioni nazionali della Francia. Ma il governo presenterà “non appena possibile un progetto di legge” per consentire la restituzione ai legittimi proprietari (Secolo XIX).

Daniel Reichel