Venezia ebraica, Calimani presidente “Giovani, sfida esistenziale”

“Il progetto è quello di coinvolgere in modo attivo i giovani. Di preparare a fondo una generazione che prenda su di sé la responsabilità non solo del proprio futuro ma di tutta la Comunità”.
Non è la prima volta che Dario Calimani assume l’incarico di presidente della Comunità ebraica di Venezia. Lo era già stato dal 2001 al 2006. È tornato ad esserlo da qualche ora, su indicazione del Consiglio appena eletto nell’ambito delle recenti elezioni comunitarie. “Lo scenario da allora è molto cambiato. Intanto ero più giovane anche io”, scherza Calimani. Quello con le nuove generazioni, si fa poi più serio, è un canale aperto da mesi. “Il dialogo, dal quale ho avuto riscontri molto positivi, è stato avviato ad ottobre. Al centro una consapevolezza che ho cercato di far crescere: l’ebraismo non può essere vissuto all’acqua di rose. Serve al contrario impegno in ogni aspetto: dal Tempio alla gestione”. 
Apprezzato collaboratore di queste testate, Calimani ha un passato di docente universitario presso l’ateneo veneziano e all’attivo diverse pubblicazioni sui grandi scrittori inglesi contemporanei e del passato. Tra gli altri è autore di saggi di rilievo su T.S. Eliot e Harold Pinter. Ma anche approfondito la figura di William Shakespeare, affrontando da ottica decostruzionista i suoi sonetti e pubblicando un’importante edizione del Mercante di Venezia. Dal 2002 al 2010 è stato Consigliere UCEI con l’incarico di referente del Collegio rabbinico e responsabile del corso di laurea in studi ebraici. In questa veste ha ottenuto il riconoscimento formale dal ministero dell’Università. In preparazione, annuncia, ha un libro su Memoria e antisemitismo i cui capitoli prendono forma a partire da alcune vicende personali. 
Alla vicepresidenza sarà affiancato da Paolo Navarro Dina e Sandra Levis (entrambi designati a far parte della Giunta). Completano il Consiglio Carlo Fano, Luigi Giraldo, Daniela Israelachwili e Alvise Primus. “Nel Consiglio attuale – sottolinea il neo presidente – c’è il giusto equilibrio tra figure che si pongono in continuità con il precedente mandato e altre che per la prima volta affrontano questa sfida. Gli impegni da affrontare sono molteplici. Oltre alla questione del ricambio generazionale, con potenziali effetti vivificanti per tutta la Comunità, c’è la gestione di un patrimonio culturale e cultuale imponente. Ma anche la necessità di essere protagonisti, con le nostre idee e con i nostri valori, nella società veneziana. Ci attende una grande mole di lavoro”. 
Sul fronte interno, anche attraverso l’intensificazione di attività culturali, l’obiettivo è di favorire “un clima di convivenza più gradevole”. Più in generale, dice Calimani, “serve una riflessione profonda sul significato di vita ebraica oggi e sulle giuste condizioni per favorirla”. Nella convinzione che sia possibile “trovare un punto d’incontro tra le esigenze individuali e quelle poste dalla Halakhah”. 

(17 marzo 2021)