Emirati-Israele: la partita dell’amicizia
Non passerà alla storia dello sport per la qualità del gioco espresso. Ma non era certo quello l’obiettivo. Mai come questa volta contava esserci e fare qualcosa insieme. Un traguardo che, da questo punto di vista, è stato centrato in pieno.
Miglior disciplina non poteva esserci del rugby, lo sport che ha inventato la tradizione del terzo tempo, per vedere le squadre d’Israele e degli Emirati Arabi Uniti sfidarsi in quella che da molti, con buone ragioni, è stata definita “la partita dell’amicizia”. L’attuazione concreta dello spirito degli Accordi di Abramo firmati lo scorso settembre a Washington. Un cambio di passo che, come abbiamo spesso raccontato, sta avendo effetti significativi anche nel mondo dello sport.
L’incontro, disputato a Dubai e vinto dalla squadra israeliana con lo schiacciante risultato di 33 a 0, è stato di per sé un lungo terzo tempo. È quello in genere il momento in cui gli atleti, dopo essersi sfidati lealmente sul campo, si incontrano in amicizia e fraternizzano. Non c’è rivalità, non c’è scontro di gioco, che tengano. Il rito va onorato.
Gli abbracci però in questo caso non sono arrivati soltanto a partita finita, ma anche prima e durante.
Immagini simboliche per un nuovo Medio Oriente possibile.
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(22 marzo 2021)