Israele alle urne

Aperti i seggi elettorali in Israele per le quarte elezioni in due anni. Le seconde dall’inizio della pandemia, che nel paese sta arretrando grazie all’imponente campagna vaccinale messa in campo. Proprio su questo punto batte il Primo ministro Benjamin Netanyahu per ottenere la riconferma. Come evidenzia il Messaggero, l’aver garantito al paese le dosi necessarie di vaccino hanno permesso a Netanyahu di riguadagnare molti consensi. Secondo le proiezioni il suo partito – Likud – è stabilmente primo, ma gli stessi sondaggi danno la sua coalizione bloccata senza maggioranza. E il rischio è un nuovo stallo. Ad essere d’intralcio alla riconferma di Netanyahu, evidenzia il Fatto Quotidiano, i due sfidanti a destra Gideon Saar e Naftali Bennett, che hanno eroso una parte dei suoi consensi. “Anche solo un seggio può fare una differenza enorme per far tornare i numeri necessari a creare un governo. – sottolinea ad Avvenire l’analista politico israeliano Anshel Pfeffer – Fino ad oggi Netanyahu è sempre stato in grado di mettere insieme una coalizione, ma quest’anno potrebbe essere più complicato. Soprattutto sarà più difficile portare dalla sua parte Naftali Bennett, il vero kingmaker di queste elezioni”. Pfeffer spiega che “ciò che fa di Netanyahu un leader indiscusso nella storia, non solo di Israele, è la sua capacità di tenere insieme l’impossibile. Per questa sua partita di poker, farà sedere allo stesso tavolo arabi ed ultraortodossi, in un casinò collocato nel bel mezzo del Medio Oriente”.

Vaccini, l’esempio d’Israele. Da mesi i quotidiani raccontano come Israele sia diventata un modello a livello internazionale sul fronte della campagna vaccinale anti-covid. Risultati, evidenziano oggi sul Foglio gli esperti di scienze comportamentali Matteo Motterlini e Piero Ronzani, che “non possono essere attribuiti a condizioni fortuite”. Ma i motivi del successo vanno invece cercati “nella stretta e virtuosa collaborazione tra politica e mondo della ricerca” con la proposta di “soluzioni innovative in scenari mai affrontati prima” per incentivare le persone a vaccinarsi. Quanto fatto in Israele, si legge nell’articolo del Foglio, va replicato anche in Italia. Anche il Corriere, intervistando Guido Bertolaso sui problemi della Lombardia nella somministrazione dei vaccini, evidenzia come la campagna israeliana sia da seguire. Poche le voci discordi, tra cui un commento sul Fatto Quotidiano.

Europa, scontro con la Cina. L’Ue ha deciso di applicare delle restrizioni per quattro alti ufficiali cinesi per violazione dei diritti umani nei confronti della minoranza uiguri nello Xinjiang. Si tratta, spiega Repubblica, delle prime sanzioni europee applicate a Pechino da piazza Tienanmen (1989). La Cina, aggiunge il quotidiano, “ha risposto in modo durissimo, alzando il livello dello scontro: se Bruxelles ha colpito dei funzionari, Pechino ha messo nel mirino le stesse istituzioni dell’Unione, parlamentari e think tank europei tra cui quello dell’ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen”.

I dodici dello Strega. Annunciata la dozzina del Premio Strega 2021 scelta dal Comitato direttivo, presieduto da Melania Mazzucco, tra i 62 titoli candidati. Il 10 giugno la cinquina, il voto finale l’8 luglio. Tra i titoli, Il pane perduto di Edith Bruck (La nave di Teseo) proposto da Furio Colombo. A raccontare gli equilibri dietro lo Strega, in riferimento alla competizione tra editori, un articolo oggi de La Stampa che parla di “duello in famiglia tra Mondadori e Einaudi”.

Contro il suprematismo negli Usa. “Uno dei valori e delle convinzioni fondamentali che dovrebbero unirci come americani è la lotta contro l’odio e il razzismo, proprio ora che ci rendiamo conto che il razzismo sistemico e la supremazia bianca sono orribili veleni che hanno a lungo afflitto gli Stati Uniti. Dobbiamo cambiare le leggi che consentono la discriminazione nel nostro Paese e dobbiamo cambiare i nostri cuori”. Ad dichiararlo, il Presidente Usa Joe Biden in un intervento pubblicato in evidenza oggi da La Stampa.

Daniel Reichel