Tutto come prima

Israele è il primo Paese che dimostra quanto fosse falso lo slogan che la pandemia avrebbe dovuto cambiare tutto. Le elezione disputate ieri mostrano che diviso era prima e diviso è anche adesso. Una spaccatura, tra l’altro, che non pare potersi risolvere all’orizzonte qualunque sia la combinazione con cui si potrà risolvere questo nuovo rebus. Come previsto, il Likud è arrivato primo, ma non ha vinto. Cosa può succedere ora? Bibi potrebbe, e questa appare la cosa più probabile, guardare a Bennet, e formare il governo più a destra della storia del Paese. Una prospettiva vissuta con inquietudine da gran parte dell’opinione pubblica israeliana, che da mesi, virus o non virus, manifesta contro il premier uscente. L’opzione opposta, un governo che tiene insieme un arco dalla lista araba alla destra religiosa, tenendo fuori il primo partito del Paese, non sarebbe accolta molto meglio dai supporters di Netanyahu, che, il voto di ieri lo dimostra una volta di più, sono ancora molti. C’è poi l’opzione delle quinte elezioni, che certo non contribuirebbe a distendere gli animi. Insomma, il virus non ha unito. Non ha nemmeno diviso: semplicemente tutto è rimasto come era.

Davide Assael