Il medico israeliano
lanciato da Prandelli
“Il calcio ha ancora bisogno di lui”

Non solo il mondo del calcio discute e si confronta sulle dimissioni shock di Cesare Prandelli. “In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose”, le parole con cui il popolare allenatore ha dato il proprio addio alla Fiorentina. E forse anche alla professione. 
Un malessere, un disagio interiore che cresce fino a diventare insostenibile. La forza di ammettere la propria fragilità in un ambiente che, almeno in superficie, non sembra contemplare mancanze e debolezze. Anche in questo sta la grandezza del suo gesto. Ne è convinto Lior Many, medico e dietologo per lo sport dal cuore viola che proprio con Prandelli, nella sua prima esperienza a Firenze (2005-2010), ha mosso i primi passi nell’ambiente.
“Cesare – racconta Lior a Pagine Ebraiche – è una persona speciale. Pochi hanno la sua umanità, la sua profondità di pensiero. Le sue parole mi hanno molto colpito. Non me l’aspettavo. Ma dobbiamo rispettare questa decisione, alla quale avrà senz’altro pensato e ripensato”. 
Il ricordo degli anni in Fiorentina resta indelebile. “Due anni e mezzo speciali anche grazie a Cesare. Che con me, come con chiunque altro, è sempre stato gentile, accogliente, premuroso. Con lui era come stare in famiglia”. All’epoca era studente universitario, un tirocinante. Fu subito responsabilizzato: “Entro nello spogliatoio e Prandelli, un po’ scherzando, ma neanche troppo, mi dice: Riccardo Montolivo è troppo magro, ho bisogno che si irrobustisca”.
Il rapporto è proseguito nel tempo. Non a caso è stato proprio Lior, dietista tra gli altri del Beitar Gerusalemme e della nazionale femminile di ginnastica artistica, ad accogliere l’allora commissario tecnico in Israele in occasione di un viaggio organizzato dalla Federcalcio alcuni anni fa. “Fu un’esperienza bellissima. Prandelli era molto attratto dal Paese. Faceva tante domande, si mostrava incuriosito da ogni dettaglio e sfumatura. Ho il ricordo – dice – di giornate radiose”. Oggi quel sorriso sembra essersi spento. “Quando le cose vanno male è normale vedere tutto buio e pensare di dire basta. Mi auguro però che, nel suo caso, non sia così. Verranno giornate migliori, ne sono sicuro. Dalla depressione, come insegna con la sua storia anche un campione del calcio come Gigi Buffon, si può uscire. Ed essere ancora più forti. Il calcio ha bisogno di Prandelli. E Prandelli – conclude Lior – ha ancora molto da dargli”. 

(Nell’immagine Lior Many con Cesare Prandelli durante una visita in Israele”  

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(25 marzo 2021)