Antisemitismo, parliamone
ma diciamoci tutto
Ho letto su questo notiziario l’ottimo resoconto del Convegno telematico “Antisemitismo e complottismo: due facce della stessa medaglia”. Si è fatto riferimento ad un tipo di antisemitismo che mi sembrerebbe di scarso peso specifico, mentre temo sia rimasto fuori dell’altro. I relatori erano di grande spessore, e l’organizzatore Luciano Boccalatte, di Istoreto, era quanto di meglio si potesse trovare, nondimeno, sembra che si fatichi troppo a fare i conti con la realtà quotidiana. Apprendo, dal predetto resoconto, dei danni provocati dalle tivvù private, dal web e così via, ma forse ci si è dimenticati dei discorsi di Pier Paolo Pasolini su scuole e televisione pubblica. Il punto è che PPP era un cattolico di sinistra, ma non si arrestava al buonismo, era diverso. Il 18 ottobre 1975, sul Corriere della Sera, Pasolini chiede di 1) Abolire immediatamente la scuola media dell’obbligo; 2) Abolire immediatamente la televisione (eppure, non c’erano ancora le tivvù private, menzionate nel convegno come fattore di “rimbecillimento”). Detto così, sembra che Pasolini volesse scherzare e che io, dopo 46 anni, mi accodi senza vergogna. Però al convegno sull’antisemitismo avrei parlato di scuole dell’obbligo, ma avrei aggiunto l’insegnamento universitario, et pour cause. Nell’articolo citato, PPP lamentava la mancanza di una coscienza informata, e la “sopravvivenza di una retorica progressista che non ha più nulla a che fare con la realtà”. A buon intenditore.
Emanuele Calò, giurista
(30 marzo 2021)