Fondazione Museo della Shoah,
un nuovo logo per “nutrire la Memoria”
Uno spazio diviso in due parti. Per entrare e uscire “rinnovati, pieni del desiderio di testimoniare nella vita quello che si conosce e che non dovrà più accadere”.
È il tema del disegno scelto, tra le numerose proposte pervenute, per il nuovo logo della Fondazione Museo della Shoah di Roma dedicato ai progetti didattici. Un vivace concorso di idee, che ha coinvolto licei artistici, istituti tecnici e professionali di tutta Italia nel segno di una collaborazione ad hoc tra la Fondazione stessa e il Ministero dell’Istruzione.
L’idea vincente è stata di Adrian Ungurianu, studente dell’Istituto d’Istruzione Superiore G. Caboto di Chiavari (Genova). Suo, a detta della commissione, il più efficace tra i 140 loghi inviati.
“Siamo molto soddisfatti” sottolinea Mario Venezia, presidente della Fondazione. “Da sempre il nostro obiettivo è quello di coinvolgere i giovani in modo concreto. Un’operazione culturale di ampio respiro che passa attraverso vari progetti e impegni. L’idea è che le iniziative che proponiamo debbano portare a risultati tangibili. Che a parlare siano i fatti”.
Tra le più riuscite c’è l’alternanza scuola/lavoro, fiore all’occhiello della Fondazione, sviluppata per anni in presenza e oggi provvisoriamente rimodulata in digitale. Migliaia inoltre gli studenti coinvolti online nelle molte attività proposte in questo anno di pandemia: numeri importanti, veicolati attraverso la richiesta di un’assunzione di consapevolezza e responsabilità.
Principi che permeano anche un nuovo progetto che prenderà presto il via: “Radici future”. Si tratta, anticipa Venezia, di un percorso formativo che riguarderà 14 giovani dai 18 ai 25 anni con l’obiettivo di farne delle guide museali in grado di accompagnare il pubblico in visita alla Casina dei Vallati e ai suoi spazi espositivi. Nuove “voci della Memoria”, spiega il presidente della Fondazione. Un’iniziativa che mette in campo diverse realtà – Comune, scuola ebraica, Ugei, Pitigliani – ma anche ragazze e ragazzi che autonomamente si sono resi disponibili.
“Da sempre ritengo essenziale tradurre la Memoria in linguaggi e proposte sempre nuove” commenta Paolo Masini, vicepresidente della Fondazione, al centro dell’iniziativa per il nuovo logo. “Questo concorso ci ha dato una ulteriore dimostrazione dell’importanza che c’è di attualizzarla, nutrirla, conservarla con cura. Un impegno che deve vedere sempre più protagonisti i giovani, in un ideale passaggio di testimone tra le generazioni”. A dare un attestato di qualità al lavoro degli studenti i membri di una qualificata giuria di cui facevano parte, tra gli altri, gli illustratori Mauro Biani e Cinzia Leone.
(31 marzo 2021)