Il racconto
Il sevivon Pippo

Stimolante voce nel dibattito ebraico, rav Richetti è stato autore di numerosi interventi e contributi. Tra gli altri un saggio su “Le Mitzwòt al femminile”, un’edizione di formulari liturgici, la traduzione del trattato Sanhedrìn. Ma ha anche scritto, con felice esito narrativo, alcune storie per grandi e piccini (“I racconti del tempo libero”).
Ve ne proponiamo una dedicata a “Pippo”. Il manico da scopa dei giorni dell’infanzia diventato, grazie all’abilità del nonno, un magnifico sevivon.
 

Questa è la storia di Pippo; no, non del notissimo personaggio dei fumetti, amico di Topolino: il nostro pippo era un giovane alberello. Snello, diritto, duro e robusto, aveva l’ambizione di diventare qualcosa d’importante. Diventò invece, insieme a tanti alberelli uguali, un manico da scopa, infilato in uno spazzolone, di quelli che oggi non si vedono più: era uno di quegli spazzoloni pesanti, con lo snodo al manico, che, messi sopra ad un morbido panno di lana, tiravano a lucido i pavimenti incerati. Fu così che Pippo entrò a casa mia, montato su uno spazzolone verde, e divenne per me un amico ed un compagno; ed anche il suo nome fu scelto da me. La scelta non aveva nulla a che fare con scope più o meno famose ai nostri giorni: a quei tempi le scope dimostravano la loro validità nel lavoro e nella durata, non nella marca. 
Perché Pippo? Mah, forse perché era un manico lungo e secco come lungo e secco è l’omonimo eroe dei fumetti; e forse anche perché, a causa del peso dello spazzolone, dava gran colpi ai mobili, ai battiscopa, agli spigoli dei muri e delle porte, lasciando e ricevendo segni di botte ed acquistandosi così la fama di sbadato e di sfortunato, come il suo famoso omonimo disneyano. Piccolo com’ero, mi mettevo in piedi sullo spazzolone afferrandomi a Pippo, mentre scherzosamente la Maria, la nostra donna di servizio, mi scarrozzava avanti e indietro per le stanze della casa. Poi, quando fui troppo cresciuto per quel gioco e la domestica non riusciva più a spingere tutto quel peso, Pippo fu il confidente delle mie avventure vissute e sognate che gli raccontavo andandolo a trovare nell’angolo dello sgabuzzino. Tutto sembrava filare perfettamente, finché un brutto giorno…crack!, il manico dello spazzolone si spezzò durante le pulizie di Pesach.
Da allora, per diverso tempo Pippo rimase in un angolino del ripostiglio, mentre lo spazzolone, ormai a riposo anch’esso perché soppiantato da una modernissima e lucente lucidatrice, giaceva abbandonato poco lontano. Un giorno, però, si profilò un rischio maggiore: dovendo traslocare, bisognava buttar via tutta la roba inservibile. Fu così che lo spazzolone finì nella spazzatura, ed uguale fine avrebbe fatto anche Pippo, se il mio nonno non l’avesse adocchiato. Impadronitosene, il nonno tirò fuori dal taschino del gilet il suo magico coltellino e cominciò a tagliuzzare di qua e di là…Dopo alcuni giorni di lavoro misterioso, durante i quali pezzetti sempre più minuti di Pippo volavano qua e là per la casa (con quanta mia apprensione ve lo lascio immaginare), il nonno diede di piglio alla carta vetrata. Se prima Pippo aveva sofferto per le generose amputazioni, ora il solletico era irrefrenabile; infine guardò con stupore la penna di bambù intinta d’inchiostro che il nonno avvicinava alla sua superficie tracciando con mano sicura una nun, una ghimel, una he, una shin… Pippo era divenuto un sevivon, bilanciato in maniera talmente perfetta quanto solo la magica mano del nonno avrebbe potuto fare! 
Da allora, Pippo diventò un amico non solo per me ma per tutti noi familiari che durante Chanukkah ci riunivamo intorno al tavolo facendo prillare il sevivon ed alternativamente vincendo o perdendo le caramelle comprate dal nonno. Ma quando capitava in mano mia, sotto la mia spinta pippo prillava più a lungo, e più spesso a me che agli altri regalava una bella ghimel, facendomi vincere tutto il banco; e mentre ridevo felice della vittoria, mi sembrava di udire anche un altro risolino sottile, come di intesa. O era solo un’illusione? Chissà!

Rav Elia Richetti – Racconti del tempo libero (1987-2002)

(5 aprile 2021)