La filosofia del bosco a Sasa

La sala delle assemblee del kibbutz è affollata. Il grande cerchio di sedie non basta per accogliere tutti: giovani coppie di genitori, nonni, educatori e formatori di ogni età. Questa volta non si parla di bilancio, di start up o di politica. Si parla di pedagogia. Quindici giovani coppie del kibbutz, dopo mesi di ricerca e progettazione, chiedono alla comunità di aprire nella scuola elementare Nof Harim (Paesaggio di monti) una classe sperimentale speciale ispirata alla Pedagogia del Bosco. Sasa è il luogo ideale per crescere nella natura, per infondere la curiosità nel susseguirsi delle stagioni, nell’esplorazione del mondo animale, degli effetti multisensoriali che il bosco offre con generosità. Il bosco libera fantasia e creatività, sviluppa la comunicazione e i rapporti tra i bambini, è un luogo imprevisto dove i bambini discutono e imparano l’uno dall’altro cercando insieme soluzioni e imparando i propri limiti. Jonatan, Talma e Irit, genitori di bambini e bambine ancora all’asilo, espongono con entusiasmo ed emozione i benefici, i pro e i contro del progetto rispondendo alle numerose domande che i chaverim, i membri del kibbutz, pongono, in parte affascinati dall’idea, in parte indecisi e in parte dubbiosi. È sempre così quando si deve decidere insieme per un’innovazione nella vita di un kibbutz ancora comunitario come Sasa. E questo è il volto più prezioso di questa forma di vita.
Omri e Nufar parlano del consolidamento dell’autonomia e dell’autostima e della maggiore capacità di socializzazione e organizzazione nel gruppo dei bambini e delle bambine. È tutto in programmazione ma assicurano che sapranno leggere, scrivere, che studieranno matematica in modo divertente e alternativo e saranno preparati per affrontare l’Accademia così importante oggi per la maggioranza dei cittadini israeliani.
In Italia, a Villa Ghigi, vicino a Bologna, è nato qualche anno fa un progetto ispirato alla Filosofia del bosco. Così descrivono un breve momento della giornata: “Sui grandi tronchi appoggiati nel prato si vivono magnifiche avventure, battaglie piratesche a bordo di velieri, viaggi nello spazio, ‘spadacciate’ fra draghi e cavalieri. Le esplorazioni continuano nel bosco misterioso, certo non sfuggono all’attenzione le foglie di rovo attraversate da stradine trasparenti, opera dei piccoli lepidotteri minatori o forse di una fata?”
Mi ha molto emozionato vedere questi giovani genitori, molti di loro miei allievi da bambini, battersi e sforzarsi di coinvolgere l’assemblea in un sogno, sentirli parlare di mondi che possono sopravvivere senza schermi di tv, di cellulari e centri commerciali. Mi ha emozionato assaporare uno spirito diverso di Israele in questi giorni in cui si ha più bisogno del Cielo, di Madre Terra e di un’anima viva, desta, vivace e pulsante.

Angelica Edna Calo Livne, docente di pedagogia al Tel Hai College

(7 aprile 2021)