La strategia della tensione

Tensioni in tutta Italia durante le manifestazioni di protesta delle scorse ore. A suscitare allarme è il coinvolgimento di gruppi di estrema destra e movimenti che, palesatisi chiaramente in molti casi, puntano a soffiare sul fuoco e a creare disordine.
“I tizzoni della rabbia sociale ardono sotto la cenere della pandemia. Basta un soffio per ravvivarli. Basta lo sbuffo di bocche interessate per trasformare un pacifico sit-in un incendio”, scrive Repubblica. Nelle circolari inviate dai vertici di pubblica sicurezza, racconta il Corriere, “viene sempre evidenziata la necessità di rispondere in maniera proporzionale agli attacchi, di non intervenire fino a che la situazione non diventi pericolosa, di dare spazio a chi è mosso dalla disperazione per il lavoro che manca”. Ma c’è anche l’indicazione, si legge, “di reagire con fermezza ai tentativi di infiltrazione per fomentare la folla”. Un bilanciamento difficile da raggiungere. Ma comunque “indispensabile per evitare il peggio”. 

Diverse le notizie di Esteri. Non solo la missione del Primo ministro Draghi in Libia, ma anche la ripresa del confronto tra Usa e Iran sul nucleare. L’obiettivo affidato ai negoziatori di Vienna, scrive Repubblica, è quello di arrivare a una road map “che consenta a entrambe le parti di tornare al rispetto dei patti senza dare l’impressione di un cedimento politico all’avversario”.
In Israele è stata invece la giornata in cui Rivlin ha affidato a Netanyahu l’incarico di provare a formare un governo. Per il Corriere, tra i giornali che ne parlano, “Netanyahu ha 28 giorni (più un’estensione di 14, di solito concessa) per convincere Naftali Bennett a riportare a casa i suoi 7 deputati e creare un governo di destra, nazionalista, con frange estreme razziste e omofobe”. 

Il regista Giovanni Veronesi, intervistato da Repubblica, presenta il suo nuovo film. Tra i protagonisti un killer e uno scienziato “che vogliono tornare con la macchina del tempo al giorno in cui Hitler fu più vulnerabile, quel mercoledì di maggio del ’38 in cui cavalcò con Mussolini fuori Roma, senza scorta”. Sbagliano però data e si ritrovano nel 1889, con il futuro dittatore che all’epoca è solo un neonato. Dice Veronesi: “Sono stato ad Auschwitz due volte, a meditare. Non posso fare a meno di chiedermi che società avremmo avuto senza l’Olocausto”. 

“Quel pezzo della Shoah del quale è inopportuno parlare”. Sono le parole con cui il Riformista introduce un articolo sull’annientamento di centinaia di migliaia di rom e sinti nei campi di sterminio e su un ricordo di quei fatti che, si legge, sarebbe insidiato da un sovranismo “che ha alimentato vecchi stereotipi”. 

Gian Antonio Stella, sul Corriere, si sofferma sulla prefazione del pm Nicola Gratteri al libro complottista Strage di Stato. Gratteri, secondo il giornalista, “l’ha combinata grossa”. Nel libro, diversamente da quanto trapelato negli scorsi giorni, non vi sarebbe però traccia di posizioni antisemite (poi espresse da uno dei due autori attraverso altri canali). 

Avvenire segnala il messaggio di cordoglio inviato dalla Conferenza episcopale italiana in ricordo del rav Elia Richetti, definito nella nota “uomo di profonda cultura” e “figura di riferimento per l’ebraismo italiano”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(7 aprile 2021)