Salvare il cuore dei bambini,
la missione di una ong israeliana

A sole poche settimane di età, nell’ottobre scorso il piccolo Mahmad è stato portato d’urgenza da Gaza al Wolfson Medical Center di Holon, in Israele. Aveva difficoltà respiratorie e soffriva di un pericoloso difetto cardiaco. Era importante intervenire con velocità e per questo il cardiologo pediatrico palestinese Abdelrahim Azab aveva suggerito alla famiglia di fare affidamento sull’organizzazione umanitaria israeliana Save a Child’s Heart. Appena ricevuto la richiesta, l’ente israeliano si è messo in moto e ha organizzato nell’ospedale di Holon, con cui collabora da tempo, l’operazione per il piccolo paziente. In sala operatoria tutto è andato per il meglio, il grave problema cardiaco è stato risolto e Mahmad ha potuto riabbracciare la sua famiglia. “Save a Child’s Heart ha combattuto per la vita di mio figlio tanto quanto me. Ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno. Per noi oramai sono parte della famiglia”, il racconto della madre di Mahmad. Questa è solo una delle migliaia di storie legate a Save a Child’s Heart, che dal 1995 si occupa di portare in Israele bambini provenienti da diverse parti del mondo e salvare loro la vita grazie ad operazioni chirurgiche al cuore. Una missione meritoria all’insegna della solidarietà senza confini, che in questi giorni ha ricevuto un nuovo riconoscimento: il premio dell’Abrahamic Business Circle, ente che promuove la cooperazione in diversi ambiti tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.
A ritirare il premio, ennesimo segno della nuova collaborazione tra i due paesi, c’erano Simon Fisher, direttore esecutivo di Save a Child’s Heart, il dottor Sagi Assa, capo dell’unità di cardiologia pediatrica al Wolfson Hospital (che ha operato il piccolo Mahmad) e la dirigenza dell’ospedale pediatrico Sylvan Adams. Il premio è stato presentato nel corso della prima conferenza sulla salute del The Abrahamic Business Circle tenutasi a Dubai. Un evento che ha visto partecipare professionisti della sanità provenienti da tutto il mondo, tra cui Israele, gli stati del Golfo, Pakistan, Sudan, Marocco e Algeria.
“Ringraziamo sinceramente l’Abrahamic Business Circle Forum per il suo riconoscimento internazionale e le sue attività per rafforzare i legami tra i popoli e le nazioni”, ha dichiarato Fischer. “Per la Save a Child’s Heart – ha aggiunto – il valore fondamentale è il Tikkun Olam: fare del bene per riparare il mondo e credere che ogni bambino meriti le migliori cure mediche, indipendentemente dalla razza, dalla religione, dal sesso, dalla nazionalità o dalla situazione finanziaria. Sotto gli auspici degli accordi di normalizzazione tra i paesi che stanno prendendo forma in questi giorni, accogliamo con favore questo nuovo livello di cooperazione e speriamo di potervi ospitare tutti in Israele presto”.
L’organizzazione Save a Child’s Heart ha salvato la vita a più di 5.700 bambini provenienti da 62 paesi, oltre ad aver curato per decine di professionisti della sanità corsi di formazione in Israele. Sul sito dell’ente si fa un quadro più preciso della geografia dei piccoli pazienti. E in particolare, il 49 per cento proviene dai territori palestinesi, Giordania e Iraq, e il 40 dall’Africa, ma ci sono bambini che vengono trasportati anche da Russia, Cina, Vietnam, Sri Lanka.
“Save a Child’s Heart ha offerto interventi chirurgici salvavita a bambini provenienti da aree geografiche svantaggiate, compresi i nostri vicini palestinesi. – ha sottolineato Sylvan Adams, principale donatore dell’ente israeliano nonché fondatore di un ospedale pediatrico che porta il suo nome – Il fatto che questo lavoro sia ora riconosciuto negli Emirati Arabi dimostra quanto le cose siano cambiate nella nostra regione. Sono orgoglioso e onorato di essere stato invitato alla Casa Bianca lo scorso settembre per assistere alla firma degli accordi di Abramo. Quindi è ancora più speciale per me vedere questi bambini che vengono curati nel nuovo ospedale pediatrico all’avanguardia che porta il mio nome”.

dr

(Foto di Save a Child’s Heart)