“Testimoni del futuro, i giovani
protagonisti della Memoria”
“Da sempre il nostro obiettivo è quello di coinvolgere i giovani in modo concreto. Un’operazione culturale di ampio respiro che passa attraverso vari progetti e impegni. L’idea è che le iniziative che proponiamo debbano portare a risultati tangibili. Che a parlare siano i fatti”. Un concetto caro a Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, che appena pochi giorni fa presentava con queste parole il nuovo logo dedicato all’attività didattica. L’esito di un concorso di idee che aveva chiamato a raccolta, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, il mondo della scuola.
Un impegno che prosegue in queste ore con l’avvio di un nuovo progetto, “Radici future”, che ha l’obiettivo di formare i ragazzi, attraverso un corso tenuto da storici, e all’affiancamento di tutor e volontari della Fondazione, affinché alla fine del percorso “possano loro stessi diventare voci della Memoria, guide all’interno dei percorsi espositivi proposti alla Casina dei Vallati”. Quattordici i giovani, dai 18 ai 25 anni, che sono coinvolti in questa iniziativa. Espressione di vari enti e realtà, dal Comune alla scuola ebraica, dall’Ugei al Pitigliani, hanno affrontato (in parte in presenza e in parte a distanza) un test introduttivo. Nei prossimi giorni, suddivise in due moduli, prenderanno il via le lezioni (la prima sarà tenuta dallo storico Amedeo Osti Guerrazzi, direttore del corso). A concludere il tutto un’esercitazione pratica sulla mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, curata da Marcello Pezzetti e Sara Berger e inaugurata lo scorso gennaio.
Si tratta di un progetto che, sottolinea lo staff della Fondazione, vuole rispondere alle esigenze di una Storia “che sempre più chiede un rinnovato slancio verso il futuro della Memoria”.