“Erdogan è un dittatore”
Tensione alle stelle tra Turchia e Italia dopo la netta condanna sul caso Von der Leyen espressa dal premier Draghi che ieri ha definito Erdogan un “dittatore” col quale è necessario relazionarsi, ma nel segno di un “giusto equilibrio”. Parole chiare e importanti, come osservano molti analisti.
La Turchia ha reagito in modo veemente, convocando anche il nostro ambasciatore. Un caso aperto che verosimilmente si trascinerà per qualche tempo. “Il premier duro su Erdogan. Protesta turca con Roma”, titola il Corriere. “L’affondo di Draghi fa infuriare Ankara”, sottolinea la Stampa.
Il 13 aprile sarà esaminata in Senato una mozione per far diventare italiano Patrick Zaki, il ricercatore incarcerato oltre un anno fa al Cairo e da allora vittima di una ignobile persecuzione. Tra le adesioni quella della senatrice a vita Liliana Segre. Dietro di lei, scrive Carlo Verdelli sul Corriere, “200mila firme di gente comune e l’impegno di associazioni come Possibile e Amnesty, unite nella convinzione che chi salva una vita salva il mondo intero”.
Il Foglio racconta così lo scontro in atto su larga scala tra Israele e Iran: “Una guerra senza eroi, senza monumenti, senza battaglie ma con molti morti e che rischia tutti i giorni di diventare un conflitto più grande in una zona strategica del mondo”. Di Israele, sulle stesse pagine, parla anche Giuliano Ferrara. Il tema è la lotta al Covid. L’ex direttore del quotidiano mette Gerusalemme in testa alla classifica dell’efficacia.
“Gratteri ha sbagliato, però chi lo attacca sbaglia ancora di più”. È quanto si legge, con riferimento alla prefazione scritta dal pm al libro complottista Strage di Stato, in un assai poco convincente intervento sul Fatto Quotidiano. Il fatto che alcune deliranti tesi (infarcite anche di antisemitismo) siano state espresse dagli autori non nel libro, ma in altri contesti, viene fatto passare come un elemento significativo. Per l’autore il magistrato avrebbe semplicemente “fatto male a fidarsi”.
Il Fatto riprende e fa ironia sulla notizia dei falsi profili di cronisti della Stampa creati da una società di investigazione privata israeliana: “Una trama a metà tra un film con Alvaro Vitali e una parodia cacio e pepe dei Tre giorni del Condor”.
Caio Mussolini protesta sul Corriere contro la chiusura della pagina Facebook del Primato Nazionale, organo dell’estrema destra cui lui stesso collabora. “Urge al più presto che il parlamento discuta e approvi una legge ‘bipartisan’ affinché le multinazionali come Fb non limitino le libertà costituzionali o si ergano a giudici/censori”, sostiene (con un certo sprezzo del ridicolo) il nipote del dittatore fascista.
Il Riformista dedica un articolo all’affascinante figura di Chouchani, partendo dai libri dedicatigli da Haim Baharier. “Questo inafferrabile Onnisciente – si legge – non è una creazione di Woody Allen, parente lontano di Zelig: è esistito davvero, apparso dal nulla a Parigi negli anni ’50”.
Sul Giornale, con l’occasione di Yom HaShoah, appare un intervento sull’antisemitismo di Fiamma Nirenstein. “La Shoah – scrive la giornalista – è la distruzione sistematica degli ebrei, teorizzata e praticata, e da poco la ‘variante’ antisemita attuale trasforma l’antisemitismo in odio antisraeliano”.
Firmato a Bologna, con i leader delle principali comunità religiose, un protocollo per l’istituzione in città di una Casa dell’incontro e del dialogo. Tra i sottoscrittori il presidente della Comunità ebraica cittadina Daniele De Paz e il rabbino capo rav Alberto Sermoneta. Il protocollo, osserva tra gli altri Repubblica, è stato siglato “nel giorno dello Yom HaShoah”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(9 aprile 2021)