“Filippo d’Edimburgo,
figura eccezionale”

Un passo indietro. Questo è stata la collocazione per oltre 70 anni di vita di Filippo d’Edimburgo. Un profilo discreto, ma tutt’altro che irrilevante ai fini della storia recente d’Inghilterra. “È stato semplicemente la mia forza” ha commentato la moglie, la regina Elisabetta. Una grandezza che gli viene riconosciuta da molti osservatori.
Anche il mondo ebraico si è unito al cordoglio. Il rabbino capo rav Ephraim Mirvis ha parlato di “servizio eccezionale reso al Paese” e ricordato con emozione i momenti di confronto intercorsi con lo stesso Filippo. A detta di molti, il membro della Casa reale più vicino a Israele. 
A Gerusalemme riposa la madre Alice di Battenberg, personalità complessa, che nacque principessa ma dopo vari traumi (fu visitata da Freud in persona) trovò una sua strada lontano dagli agi di corte come fondatrice di un ordine di suore greco-ortodosso. Sepolta presso il convento di Santa Maria Maddalena nel Getsemani, sul Monte degli Ulivi, Alice di distinse, al tempo delle persecuzioni antiebraiche, per l’aiuto offerto ad alcune famiglie braccate che trovarono rifugio nella sua casa di Atene. Lo fece senza chiedere niente in cambio e rischiando più volte la vita per mano nazista. Motivo per il quale nel 1994, venticinque anni dopo la morte, è stata nominata “Giusta tra le Nazioni”. 
La cerimonia, svoltasi nell’ottobre di quell’anno, vide la partecipazione dello stesso Filippo. Non una visita di Stato, ma l’omaggio di un figlio alla madre che agì come non tutti fecero nella sua famiglia (che col nazismo finì anzi spesso e volentieri per compromettersi). 
Quella circostanza, evidenzia la stampa ebraica inglese, resta comunque una pietra miliare nelle relazioni tra i due Paesi. E il simbolo di un legame profondo, rinnovato nel tempo con parole di amicizia e vicinanza.

(11 aprile 2021)